Il referendum di giungo sulla Brexit, nel Regno Unito, ha segnato un punto di svolta per l’industria del risparmio gestito. La loro posizione dominante dipende dalla capacità di fare affari in tutto il continente. In questo senso, la regolamentazione conta davvero molto.

A parte MiFID, gli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (UCITS) e la direttiva sui fondi di investimento alternativi (AIFMD) sono due pezzi fondamentali della legislazione europea che interessano il settore. Cosa ci si deve aspettare dopo la Brexit?

In primo luogo, occupiamoci degli UCITS.

A differenza di un fondo di investimento alternativo (FIA), uno UCITS può essere stabilito solo nell’Unione Europea e, implicitamente, l’impatto della Brexit su tali mezzi è probabile che sia più significativo. I gestori che cercano di rimanere attivi nel mercato degli UCITS sarebbero tenuti a rielaborare i loro modelli di business attraverso operazioni di ristrutturazione e lo spostamento degli indirizzi dei fondi verso l’UE. In assenza di un accordo negoziato con le autorità di Bruxelles che permetterebbero al Regno Unito di mantenere un domicilio per gli UCITS, emergerebbero una serie di problematiche di ri-domiciliazione in un paese dell’UE e di ri-autorizzazione ai sensi della direttiva UCITS.

Costruire un veicolo di investimento parallelo in stile UCITS sembra un percorso costoso, se non impraticabile. I fondi UCITS sono ormai un marchio conosciuto per gli investimenti di capitale tra clienti al dettaglio, dimostrando un grande successo in Europa e in altre giurisdizioni, come l’Asia. Ciò significa che un nuovo fondo UCITS ibrido proveniente dal Regno Unito si troverebbe ad affrontare una dura concorrenza quando si cerca di conquistare nuovi investitori.

Invece, per i FIA …

Per quanto riguarda i FIA, il Regno Unito ha la possibilità di sviluppare una maggiore autonomia, scegliendo di non aderire all’ UE su temi quali marketing e passporting. Tuttavia, la direttiva AIFM richiederebbe ai FIA non UE di conformarsi alcune linee guida europee, come per i requisiti di capitale. Pertanto, i gestori che vogliono continuare a commercializzare i loro fondi in tutta l’UE non sarebbero esenti dall’onere normativo imposto da Bruxelles. In effetti, sotto  AIFMD, iniziative legislative non comunitarie devono essere considerate equivalenti ai fini della disposizione  transfrontaliera di prodotti e servizi di investimento.

In definitiva, il settore della gestione del risparmio non subirà un vero e proprio impatto, ma sorgeranno problemi e considerazioni di cui tener conto. E’ possibile ipotizzare che, per mantenere i loro status di UCITS e FIA, i fondi con sede nel Regno Unito debbano trasferirsi all’interno dell’Unione Europea. Tuttavia, una tale mossa potrebbe avere conseguenze sui costi ricaricati sugli investitori dei fondi, che potrebbero non esserne molto felici.