Prima dell’estate, si concentra un gran numero di rapporti e relazioni annuali, pubblicati sul sito della Banca d’Italia.

Vediamo alcuni consigli di lettura per le nostre vacanze.

Relazioni annuali

Attività svolta dall’Arbitro Bancario e Finanziario

A fine giugno, il Regolatore ha presentatp l’attività svolta dall’Arbitro Bancario e Finanziario nel 2017.

I ricorsi ricevuti sono cresciuti dai 21.645 del 2016 a 30.644 del 2017. Il numero più elevato è stato ricevuto nella regione Sicilia, con 4.225, seguita dalla Campania con 4.154; terzo posto al Lazio con 3.925.

Il prodotto con il numero più elevato di ricorsi è stato la cessione del quinto (ben il 73%, in aumento rispetto al 71% dell’anno precedente). Ma sono aumentati anche i ricorsi sul credito ai consumatori (1.368, da 208) e quelli sugli strumenti e servizi di pagamento (da 2.276 a 2.569). Solo il 23,2% è stato respinto, mentre il 47,3% è stato accolto.

Attività svolta dall’UIF

La presentazione del “Rapporto annuale sull’attività svolta dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF)” del 2017 ha data di pubblicazione 13 luglio 2018.

Secondo la relazione, il settore finanziario appare in generale attento ai rischi di riciclaggio e molti processi risultano ormai consolidati. In ogni caso rischi e sfide restano aperti. Alcune attività risultano maggiormente esposte, quali il private banking, i servizi di trasferimento di fondi, di cambio valute e di moneta elettronica. Altri segmenti a rischio sono quelli dei professionisti legali e contabili, delle attività immobiliari, del gioco d’azzardo. Ancora, il settore non-profit, il credito al consumo e il commercio di opere d’arte, sono particolarmente interessati dal rischio di finanziamento del terrorismo.

Altri ambiti di rischio sono le attività che utilizzano il contante ed il crescente ricorso alle nuove tecnologie (Fintech), quali le valute virtuali e le piattaforme di crowdfunding.

Il numero complessivo di segnalazioni di operazioni sospette nell’ultimo anno è cresciuto in modo significativo, il 5,7% ed il 5,4% in più rispetto al 2016 e 2015, raggiungendo un numero complessivo di 93.820.

Tenendo conto dei dati e del fatto che solo il 4 luglio del 2017 si era concluso il processo di modifica della legislazione nazionale antiriciclaggio in ottica di allineamento con la IV direttiva, è evidente come il tema del riciclaggio non abbia perso di rilevanza e l’attenzione del regolatore sia sempre molto alta.

Relazione annuale IVASS

A fine giugno, veniva presentata la relazione annuale dell’IVASS, che riporta i numeri chiave del settore assicurativo in Italia.

I premi raccolti per i rami vita sono stati 99 miliardi, in riduzione del 3,6% rispetto all’anno precedente; al contrario i rami danni sono in crescita del 1,1%, per un ammontare di 32 miliardi. Il totale rappresenta l’8% del PIL, una cifra di tutto riguardo, se si pensa che la spesa sanitaria nazionale si attesta intorno all’8,9%.

Il 50% della raccolta danni è rappresentato dal segmento dell’auto, seguito da quello degli immobili al 18%. Le polizze vita, per lo più rivalutabili (64%) avviene prevalentemente tramite sportelli bancari e postali (61%) ed in parte anche tramite agenzie (22%).

Il Piano strategico del regolatore del settore assicurativo prevede, nei prossimi tre anni:

  • un rafforzamento del sistema di vigilanza prudenziale basato sul rischio, con particolare focus sugli sviluppi di Solvency II;
  • l’irrobustimento della protezione del consumatore, tenendo anche conto della rivoluzione digitale in atto, attraverso l’azione di vigilanza preventiva sulla condotta degli operatori; una maggiore fruibilità del patrimonio informativo disponibile; il contrasto alle frodi; lo sviluppo della concorrenza; la promozione dell’educazione assicurativa;
  • la contribuzione al processo di evoluzione normativa internazionale e nazionale, con l’ammodernamento e la semplificazione della normativa secondaria di settore;
  • la semplificazione e l’innovazione dei processi e dei modelli organizzativi, con il potenziamento del sistema di audit basato sul rischio.

Rapporto assemblea annulae ABI

Ancora, l’intervento di Ignazio Visco in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) è del 10 luglio e descrive un quadro di luci e ombre con sintomi di ripresa economica affiancati a fattori di debolezza quali una produttività bassa e l’elevata incidenza del debito pubblico che riducono la fiducia delle famiglie, delle imprese e degli investitori.

“Nel nostro paese deve proseguire l’impegno a rafforzare il sistema bancario e a rimuovere i freni strutturali alla crescita potenziale dell’economia. Le banche devono fornire servizi finanziari utili a mettere le imprese in condizione di crescere e innovare, ma un sistema in grado di erogare credito in modo sano ed efficiente, anche in fasi congiunturali avverse, ha bisogno che siano rimossi gli svantaggi competitivi ancora esistenti”.

Analisi macro economiche

Tra i documenti di contenuto maggiormente legato all’analisi macroeconomica, ci sono approfondimenti sulle imprese industriali e dei servizi, la domanda e l’offerta di credito a livello territoriale, l’economia delle regioni italiane ed il bollettino economico per il 2017.

Indagine sule imprese industriali e dei servizi

All’inizio di luglio veniva pubblicata il documento “Indagine sulle imprese industriali e dei servizi”.

I dati mostrano un andamento positivo delle vendite, dell’occupazione e degli investimenti, anche per le imprese di medie e piccole dimensioni.

Per il settore dell’industria, il volume delle vendite di imprese con almeno 20 addetti è tornato a crescere al 2.3%, contro lo 0.3 nel 2016. Il dato ha trascinato anche l’occupazione e le ore lavorate e la variazione media dei prezzi di vendita praticati dalle imprese è quasi raddoppiata, all’1.7%, recuperando dopo un quadriennio sotto l’1%.

Nell’ambito degli investimenti, circa un decimo della spesa è stata destinata all’adozione di tecnologie avanzate, tra cui cloud computing ed e-commerce. Mentre, la domanda di nuovi prestiti resta debole. Nella prima metà del 2017, il saldo percentuale tra la quota di imprese che hanno aumentato la domanda di prestiti e quella di coloro che l’hanno ridotta è stato pari a 7 punti percentuali, un valore in linea con il biennio precedente e contenuto rispetto al passato. Tra le imprese che hanno aumentato la propria domanda di credito, i due terzi hanno indicato come determinante rilevante di questa scelta l’esigenza di fondi per la realizzazione di investimenti fissi e l’85% delle imprese che ha fatto richiesta per un finanziamento ha ottenuto l’intero importo.

Documento relativo alla domanda ed all’offerta di credito

Tra i risultati di sintesi del documento relativo alla domanda ed all’offerta di credito a livello nazionale, si legge:

  • una crescita, seppur debole della domanda di credito da parte delle imprese, sostenuta soprattutto dalle esigenze di finanziamento degli investimenti produttivi;
  • condizioni di accesso al credito per le imprese favorevoli in tutte le aree del Paese;
  • domanda di mutui e di credito al consumo stabile;
  • dal lato dell’offerta, i criteri per la concessione di mutui per l’acquisto di abitazioni sono rimasti stabili, mentre si è osservato un lieve irrigidimento nell’offerta di credito al consumo;
  • nei mutui, il rapporto tra finanziamento e valore dell’immobile (loan to value ratio) è aumentato al 65%;
  • nella seconda parte del 2017 è tornata a crescere la domanda di depositi.

Bollettino economico del 13.07.2018

Il bollettino economico del 13 luglio è l’ultimo in ordine di tempo.

Si confermano le analisi di Visco, all’assemblea annuale di ABI, e si prevede che la crescita per l’Italia dovrebbe proseguire nel prossimo triennio, anche se con un ritmo blando, legati a più elevati prezzi del greggio. Le previsioni del PIL sono del 1,3% per quest’anno, 1% per il 2019 e 1,2% per il 2020.

Un graduale aumento anche dell’inflazione, un miglioramento delle aspettative ed una progressiva ripresa delle retribuzioni nominali dovrebbe creare un contesto favorevole, condizioni di offerta del credito distese e un assetto monetario espansivo. Mentre, rischi per la crescita resterebbero legati all’emergere di orientamenti protezionistici nelle principali aree economiche di esportazione dell’Italia, con possibili ripercussioni negative sulla domanda globale e sul mercato nazionale.