Una straordinaria scoperta in un salone italiano
Nel 1962, una scoperta casuale in una cantina di Capri cambierà la vita di una famiglia italiana, a sua insaputa per decenni. Luigi, un italiano, trovò un dipinto che decise di appendere nel suo salotto di Pompei, ignaro del suo potenziale valore storico e finanziario. Il dipinto, a lungo considerato un semplice elemento decorativo, potrebbe ora valere una fortuna.
L’occhio attento di un figlio appassionato
Andrea Lo Rosso, figlio sessantenne di Luigi, è sempre stato incuriosito da questo misterioso dipinto. È stato mentre consultava un’enciclopedia di storia dell’arte, regalo della zia, che ha fatto una scoperta sorprendente: la firma sul dipinto assomiglia in modo impressionante a quella del famoso Pablo Picasso. Una rivelazione che il padre, non conoscendo l’artista, non ha mai preso sul serio.
Competenze promettenti
Dopo la morte del padre, Andrea decise di approfondire le indagini. Si rivolse a esperti d’arte, tra cui Cinzia Altieri, rinomata grafologa e membro del comitato scientifico della Fondazione Arcadia. Dopo diversi mesi di analisi comparative con opere originali di Picasso, l’esperta ha confermato l’autenticità della firma, stimando il valore potenziale dell’opera in circa 6 milioni di euro.
Il mistero del ritratto di Dora Maar
L’opera in questione sarebbe un ritratto di Dora Maar, musa e amante di Picasso, dipinto nel 1938. Secondo Luca Marante, presidente della Fondazione Arcadia, potrebbero esistere due versioni di questo ritratto, una delle quali è in possesso di Andrea Lo Rosso. Questa ipotesi aggiunge una dimensione particolarmente interessante a questa già eccezionale scoperta.
Un processo di autenticazione complesso
Nonostante i ripetuti tentativi di contattare la Fondazione Picasso di Malaga, Andrea si trova di fronte a una sfida scoraggiante: l’istituzione riceve ogni giorno centinaia di richieste simili da parte di persone che sostengono di possedere un’opera di Picasso. Tuttavia, la sua determinazione rimane intatta e persevera nei suoi sforzi di autenticazione.
Conclusione
Questa storia straordinaria ci ricorda che i tesori artistici possono talvolta giacere dormienti nelle nostre case, in attesa di essere scoperti. Il caso di Andrea Lo Rosso illustra l’importanza della perseveranza e della competenza professionale per convalidare tali scoperte, anche se la strada per l’autenticazione ufficiale può essere lunga e complessa.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.