695 tesori rubati e oltre 3 milioni di euro: come un artigiano ha ingannato l’élite fiorentina per 6 anni?

Un falegname fiorentino di 50 anni

Ha messo a segno uno dei più grandi furti di opere d’arte private mai registrati, rubando 695 pezzi per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Questo caso eccezionale, descritto dagli investigatori come un “cavallo di Troia”, si è svolto nell’arco di sei anni in diverse residenze nobiliari di Firenze, dove l’artigiano aveva conquistato la fiducia dei suoi datori di lavoro.

Una collezione di tesori storici rubati

Tra gli oggetti rubati c’erano pezzi di inestimabile valore storico: quattro piatti in ceramica con il sigillo ufficiale della Presidenza italiana, un servizio di porcellana fine decorato con oro zecchino del 1820 e un piatto della dinastia Ming del periodo Kangxi. Il ladro ha rubato anche il dipinto “Bue” di Giovanni Fattori e un prezioso volume del “De Honesta Disciplina” con la firma autentica di Giorgio Vasari.

Un’indagine internazionale che coinvolge l’FBI

L’indagine ha assunto una dimensione internazionale nel 2021 in seguito alla scomparsa di un libro di botanica di Leonhart Fuchs risalente al 1542. L’FBI si unisce all’indagine, che inizialmente si concentra sugli Stati Uniti a causa di false piste che coinvolgono accademici americani. La collaborazione internazionale ha infine portato al ritrovamento del libro nella casa di un collezionista veneziano ignaro della sua origine fraudolenta.

Una sofisticata rete di trafficanti

Il falegname aveva messo in piedi un elaborato sistema di rivendita che coinvolgeva 11 complici, soprattutto commercianti e antiquari fiorentini. Questa rete permetteva di vendere le opere rubate su scala globale, raggiungendo gli Stati Uniti, l’Inghilterra e gli Emirati Arabi Uniti. Il ritrovamento di un taccuino con i dettagli di tutte le transazioni ha fornito una prova cruciale per gli investigatori.

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Un formidabile metodo di infiltrazione

La strategia del ladro era particolarmente ingegnosa: sostituiva sistematicamente i volumi preziosi con copie, nascondendo così le sue malefatte. La sua competenza professionale e l’apparente affidabilità gli valsero gradualmente la fiducia di diverse famiglie nobili, facilitando le sue attività criminali.

Conclusione

Questo caso eccezionale evidenzia la vulnerabilità del patrimonio artistico privato e l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta al traffico d’arte. Inoltre, evidenzia la necessità di una maggiore vigilanza, anche nei confronti di persone fidate che hanno accesso a collezioni private.

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