Svelato il materiale più costoso del mondo
Una scoperta rivoluzionaria ha cambiato il modo di pensare ai materiali preziosi. Dimenticate l’oro, i diamanti o lo zafferano: gli scienziati di Oxford hanno sviluppato quello che è considerato il materiale più costoso della Terra. Questa innovazione promette di trasformare radicalmente il nostro uso quotidiano della tecnologia GPS.
Fullerene endoedrico: una struttura molecolare unica
Chiamato “fullerene endoedrico basato su atomi di azoto”, questo materiale ha una struttura affascinante: una gabbia composta da 60 atomi di carbonio che racchiude un singolo atomo di azoto. Questa particolare configurazione, sviluppata nel 2015 dalla Designer Carbon Materials di Oxford, giustifica il suo prezzo astronomico di 127,4 milioni di euro al grammo.
Una rivoluzione nella navigazione GPS
L’interesse principale per questo materiale risiede nella sua applicazione per gli orologi atomici, componenti essenziali dei sistemi GPS. Attualmente questi orologi sono ingombranti e occupano lo spazio di un’intera stanza. Il fullerene endoreico potrebbe consentire di miniaturizzarli, aprendo la strada a una navigazione più precisa, in particolare nelle aree in cui il segnale GPS è tradizionalmente debole, come le gallerie.
Una prospettiva promettente per il futuro
I ricercatori stanno già progettando di integrare mini orologi atomici nei nostri smartphone, promettendo un significativo miglioramento della precisione della geolocalizzazione. L’importanza di questa innovazione è tale che nel 2013 l’Università di Oxford ha ricevuto un finanziamento di 1,5 milioni di sterline per continuare la ricerca.
Un investimento colossale nell’innovazione
Anche se il suo prezzo può sembrare proibitivo, il fullerene endoedrico rappresenta un investimento strategico per il futuro delle tecnologie di navigazione e posizionamento. Questa innovazione dimostra che i materiali più preziosi non sono sempre quelli che brillano di più.
Conclusione
Questa scoperta è un esempio perfetto di come la ricerca scientifica continui a spingere i confini del possibile, anche se il costo attuale rimane un ostacolo importante all’adozione di massa. Il fullerene endodico potrebbe essere il precursore di una nuova era nella precisione della navigazione globale.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.