PROIEZIONI DEL PIL IN ITALIA E ALTRE NAZIONI: AGGIORNAMENTI DAL FMI
Le misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti stanno già influenzando l’economia globale: il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto le sue previsioni di crescita per quest’anno e per il prossimo, includendo una correzione al ribasso anche per il PIL italiano. Data la complessità nel calcolare gli effetti immediati dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump all’inizio del mese, il report pubblicato mette in luce l’incertezza che caratterizza la situazione, complicando il lavoro di esperti e analisti.
Nonostante ciò, prevale un’opinione comune che suggerisce come le nuove tariffe introdotte avranno “un forte impatto negativo sullo shock della crescita“. I dati aggiornati al 4 aprile e le analisi al 9 aprile riflettono l’impatto delle misure reciproche e delle prime contromisure, senza considerare la successiva sospensione annunciata dal magnate. Le informazioni raccolte delineano l’escalation del conflitto commerciale che porta anche a una incertezza politica, una combinazione che influenzerà significativamente l’economia.
Le cifre sono chiare: la crescita globale per quest’anno si abbassa dal 3 al 2,8 percento, rispetto al 3,3% previsto a gennaio. Il rallentamento più marcato si registra negli Stati Uniti, con un tasso di crescita previsto dell’1,8%, quasi un punto percentuale in meno (0,9% per l’esattezza) rispetto alle stime iniziali. Le cause principali sono tre: l’incertezza politica, le tensioni commerciali e il rallentamento della domanda interna.
RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA IN EUROPA
Per l’Europa, la crescita prevista è dello 0,8%, con una perdita dello 0,2% rispetto a gennaio. Analizzando la situazione italiana in dettaglio, il PIL crescerà dello 0,4% per il 2025, il doppio rispetto all’anno successivo, ma a gennaio la crescita era stata stimata allo 0,7%, quindi si registra una riduzione di 0,3 punti percentuali per quest’anno e di 0,1 per il prossimo. Non si osservano cambi significativi relativi all’occupazione, con una disoccupazione al 6,7%, leggermente superiore alle stime di inizio anno. Questo tasso è più alto della media europea, ma inferiore a quello di Spagna e Francia, rispettivamente all’11,1% e 7,7%.
Guardando ad altre economie europee, emergono due dati di rilievo: la crescita nulla della Germania rispetto al -0,2% di gennaio (ma il PIL crescerà dello 0,9% l’anno prossimo) e il dinamismo della Spagna, che registra una crescita del PIL di 2,5% per quest’anno, nonostante una contrazione dello 0,7%. Le proiezioni per la Francia indicano una crescita dello 0,6% per quest’anno e dell’1% per il prossimo, mentre per il Regno Unito il FMI prevede una crescita dell’1,1% per il 2025 e dell’1,4% per l’anno successivo.
LE PREVISIONI DEL FMI PER CINA E RUSSIA
Le proiezioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) devono preoccupare anche la Cina, al centro del conflitto commerciale per i dazi insieme agli USA. Infatti, il PIL cinese è previsto crescere del 4% sia quest’anno che il prossimo, ma si tratta di una revisione al ribasso di 0,6 e 0,5 punti. Invece, per la Russia le previsioni sono migliorate di 0,1 punti per quest’anno, portando la crescita prevista per la Federazione Russa all’1,5%, anche se si tratta di un rallentamento rispetto all’anno scorso. Per il 2026, si prevede una crescita dello 0,9%, con una riduzione di 0,3 punti nelle stime.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.