In vista dell’assemblea di Mediobanca, il gruppo Mediolanum si schiera a fianco della direzione
Il gruppo Mediolanum ha espresso il proprio sostegno verso l’iniziativa di Mediobanca per acquisire Banca Generali. Questa mossa, orchestrata da Massimo Doris, mira a supportare la squadra dirigente di Mediobanca in un’importante manovra volta a proteggere la banca dall’attacco ostile promosso da Mps. Questa offensiva è principalmente guidata dal gruppo Caltagirone e Delfin, entrambi significativi azionisti di Mediobanca e Generali, con un sostegno non troppo celato del governo Meloni, che partecipa attivamente attraverso il Mef.
Le ragioni di una scelta strategica
L’annuncio segue logiche finanziarie e strategiche evidenti. Attualmente, Mediolanum detiene il 3,4% ed è il maggiore azionista del patto di Mediobanca, sebbene la sua presenza sia ridotta rispetto a quando Ennio Doris inserì il suo gruppo tra i principali investitori dell’istituto. Una ritirata anticipata dall’Opa su Banca Generali avrebbe indebolito la linea difensiva di Mediobanca, guidata da Alberto Nagel, mettendo a rischio anche i vantaggi per gli azionisti derivanti da possibili offerte conclusive da parte di Mps. Tuttavia, è chiaro che la decisione di Mediolanum conferma le ipotesi degli analisti anche da un punto di vista squisitamente strategico del risiko bancassicurativo in corso.
Le campagne pubblicitarie di Mediobanca per sostenere la sua Opa su Banca Generali mettono in luce l’obiettivo di creare un grande polo nazionale nel settore del wealth management, anche se ciò potrebbe avvenire a spese parziali di Generali, di cui Mediobanca è ancora l’azionista di riferimento. È facile prevedere che, in caso di successo dell’operazione su “nuova Banca Generali”, potrebbe esserci un ulteriore avvicinamento con Mediolanum, anche alla luce delle joint venture passate come Duemme ed Esperia.
È interessante notare che Fininvest rimane un importante azionista di minoranza (30%) di Mediolanum, fondata da Ennio Doris e Silvio Berlusconi. Fininvest è stata fino al 2021 anche un importante socio (2%) del patto di Mediobanca (con Marina Berlusconi che ha servito come consigliere d’amministrazione a Piazzetta Cuccia per alcuni anni).
Non è chiaro se Fininvest abbia recentemente acquistato ulteriori quote, e qualora lo avesse fatto, non è noto se parteciperà all’assemblea e con quale orientamento. Al momento, però, resta confermato il sostegno a Mediobanca da parte del consiglio di amministrazione di una joint venture quotata controllata dagli eredi Doris e Berlusconi. Fininvest ha dichiarato a febbraio che era semplicemente uno “spettatore del risiko”.
Questo scenario finanziario sembra inevitabilmente legato anche a considerazioni politiche. Fininvest è anche l’azionista di riferimento di Forza Italia, uno dei tre partiti della maggioranza di governo. Questo legame pone il centrodestra, tradizionalmente visto come grande alleato di Caltagirone nel tentativo di ribaltare gli equilibri finanziari in Italia, storicamente centrati attorno a Mediobanca e Generali.
Forza Italia, anche recentemente e dopo il referendum, appare come un partner talvolta inquieto all’interno della maggioranza con Fdi e Lega, con continui rumors su possibili cambiamenti politici e riallineamenti partitici verso il centro. Questi pettegolezzi si intensificano periodicamente quando si discute di regolamentazione dei media e della televisione.
Di recente, il senatore Maurizio Gasparri ha presentato un disegno di legge per la riforma della governance della Rai, mentre il governo sta considerando una legge-delega per superare la legge Melandri che regola i rapporti tra sport e affari, soprattutto per quanto riguarda i diritti televisivi del calcio.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.