NUCLEARE INNOVATIVO IN LOMBARDIA: Mini Reattori, la Chiave per l’Autonomia Energetica!

La regione Lombardia punta a mantenere la sua posizione di leader nella manifattura europea, tuttavia per conseguirlo è essenziale ottenere l’indipendenza energetica. Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, sostiene che questo obiettivo è realizzabile principalmente attraverso l’uso del nucleare. Le innovazioni tecnologiche e gli sviluppi in ambito di ricerca stanno peraltro orientando verso soluzioni alternative alle grandi centrali tradizionali, spingendo verso l’adozione di mini-reattori nucleari che potrebbero coprire le necessità energetiche di singole unità residenziali o di piccoli complessi.



Assessore, perché la Lombardia considera l’opzione nucleare?

Essere il cuore manifatturiero dell’Europa richiede un’ampia autonomia energetica. Finora, nonostante i successi ottenuti con l’idroelettrico e il solare, queste fonti non bastano a garantire l’autosufficienza energetica di cui abbiamo bisogno per mantenere la nostra leadership. Con l’aumento delle necessità legate all’intelligenza artificiale e alla digitalizzazione, il fabbisogno energetico è destinato a crescere significativamente.



L’autonomia energetica è quindi il fulcro della questione?

Esatto, e l’unico modo per raggiungerla sembra essere quello nucleare, con un focus particolare sui microreattori, che rappresentano una nuova generazione di soluzioni nucleari. Questi sistemi potrebbero fornire energia sufficiente per interi distretti produttivi, aumentando anche gli standard di sicurezza.



L’università può contribuire in modo significativo a questo settore?

Le università lombarde sono molto attive nella ricerca nucleare. A Pavia, ad esempio, c’è un reattore sperimentale e conosciamo le attività di altri atenei. Abbiamo una solida base di ricerca e imprese specializzate nel settore nucleare, che collaborano da anni con i principali attori internazionali dell’energia nucleare.

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Quali sono i punti di forza della filiera industriale nucleare lombarda?

La filiera si è evoluta tecnologicamente, spaziando dalla forgiatura all’elettronica di alta tecnologia e alla produzione di componenti, passando per l’industria siderurgica. È un settore molto dinamico.

La Lombardia è pronta per adottare i mini-reattori?

Dipende dai progressi della ricerca. Alcune imprese lombarde sono coinvolte in progetti avanzati negli Stati Uniti e in Europa. I primi mini-reatori potrebbero essere disponibili entro pochi anni.

L’industria regionale è all’altezza delle evoluzioni del settore nucleare?

Parte dell’industria nucleare francese si basa già sulle competenze lombarde. La nostra regione ha un ruolo di primo piano. Fino ad ora abbiamo beneficiato degli indotti, ora speriamo di fare lo stesso con l’energia nucleare prodotta localmente. È essenziale per la competitività, specialmente per il nostro distretto siderurgico che già utilizza forni elettrici al 90%.

I mini-reattori potrebbero quindi soddisfare le necessità energetiche di aree residenziali o piccoli distretti?

Proprio così. Le ricerche indicano che potremmo orientarci verso soluzioni diverse dalle grandi centrali, per garantire autonomia energetica e mantenere la competitività industriale. Speriamo che queste innovazioni si concretizzino presto.

Come sostiene la Regione Lombardia questa transizione verso il nucleare?

A causa delle elezioni regionali in Liguria, abbiamo dovuto sospendere un tavolo strategico per il Nord Ovest che includeva Lombardia, Liguria e Piemonte, e che aveva stimolato l’avvio della filiera nucleare con molte imprese del territorio, tra cui Ansaldo Energia. Stiamo cercando di supportare questo settore anche a livello istituzionale e speriamo di poter continuare dopo le elezioni. Tuttavia, ricordiamo che il vero obiettivo è l’autonomia energetica, che oggi sembra possibile solo con il nucleare.

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(Paolo Rossetti)

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