Comunicato del Ministero dell’Economia su Unicredit e Banco Bpm
Il Ministero dell’Economia ha rilasciato ieri una dichiarazione attraverso la quale ha ribadito la “completa legittimità e fattibilità” dell’applicazione del golden power riguardante l’offerta di Unicredit per l’acquisizione di Banco Bpm. Tale conferma è stata necessaria a seguito delle esitazioni mostrate da Unicredit e dal suo CEO, Andrea Orcel, riguardo al rispetto delle condizioni imposte e dopo le sollecitazioni per un allentamento delle richieste da parte dello Stato. Di fronte a queste circostanze, il Governo ha mantenuto una posizione ferma, spostando di nuovo la responsabilità della decisione nelle mani di Unicredit, la quale dovrà valutare se contestare legalmente il golden power, rivolgersi alle autorità europee, procedere nonostante le imposizioni o ritirarsi dall’operazione.
La contesa tra la banca e lo Stato
Il conflitto tra il Governo e Unicredit perdura da mesi, poiché l’esecutivo non desidera che Banco Bpm venga assorbita da Unicredit; di conseguenza, il golden power è stato adottato come strumento per prevenire questa eventualità. Nel frattempo, la polemica continua e vede fronteggiarsi opinioni contrarie. Alcuni sostengono la necessità di un consolidamento a livello europeo o, perlomeno, di un ulteriore consolidamento nel settore bancario italiano che potrebbe generare entità bancarie più robuste, criticando il Governo per la sua visione ristretta o, peggio, per la tutela di interessi minori.
Una visione più ampia
Per comprendere la situazione è essenziale adottare una prospettiva più ampia. Questa settimana, il CEO Orcel ha illustrato che quanto sta accadendo in Italia si verifica anche in altri Paesi europei. Un esempio lampante è la Spagna del Premier socialista Sanchez, il quale da quasi due anni sta cercando di impedire che Bbva acquisisca la più piccola Sabadell. A Davos, Sanchez ha contestualizzato questa opposizione con l’importanza delle PMI in Spagna, sottolineando come Sabadell detenga una quota significativa in questo segmento di mercato. Recentemente, l’AD di Mediobanca, Alberto Nagel, ha commentato che per un Paese come l’Italia è cruciale mantenere una “biodiversità bancaria” per non lasciare il tessuto delle PMI senza un interlocutore adeguato.
Le sfide del sistema bancario e la scarsità del risparmio
Interagire con un sistema composto principalmente da medie e piccole imprese può sembrare meno ottimale se l’obiettivo è investire capitali in grandi conglomerati, spesso di moda. Nessun Paese desidera che il proprio sistema bancario perda la capacità di dialogare con le PMI. Questo è confermato da Orcel, sottolineando che il problema non è solo italiano. Attualmente, il risparmio è diventato una risorsa rara. I Governi, alle prese con debiti elevati, devono finanziare la difesa, gli investimenti per la sicurezza energetica e la transizione verso il “green”, mantenendo il sistema industriale e la spesa sociale. A differenza di cinque anni fa, non ci sono più reti di sicurezza per un sistema bancario che non incentiva il dialogo con le piccole imprese. Compromettere la biodiversità del sistema bancario è un rischio troppo grande, sia per le imprese che per le famiglie.
È fondamentale che il risparmio italiano non finisca per finanziare sistemi di altri Paesi, in un periodo in cui queste risorse sono così limitate.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.