Riforma Fondi Pensione: 243 Miliardi di Patrimonio, Via ai Tagli e Automatismi!

Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazioni serie riguardo alla necessità di aggiornare un sistema pensionistico che si basa su leggi del 2005, ormai non più adeguate alle attuali sfide demografiche ed economiche. Ha sottolineato: “È fondamentale considerare il sistema pensionistico con una visione a lungo termine, evidenziando l’importanza crescente della previdenza complementare”, evidenziando come i fondi pensione privati, nonostante un aumento costante, siano ancora inferiori agli standard europei, nonostante i vantaggi fiscali e i rendimenti positivi.



I dati sono chiari e parlanti: secondo la Covip, il patrimonio dei fondi pensione ammonta oggi a 243 miliardi di euro (oltre il 10% del PIL nazionale), con più di 10 milioni di italiani coinvolti, ma solo il 4% del risparmio familiare è investito in questi strumenti. Tuttavia, le performance del 2024 sono state positive: i fondi contrattuali hanno ottenuto un rendimento netto del 6%, i fondi aperti del 6,5%, mentre i Piani Individuali di Previdenza hanno quasi raggiunto il 9%, spinti dai mercati finanziari.



Nonostante i numeri positivi, la vera sfida rimane l’adesione: un’indagine di Moneyfarm rivela che solo il 26% delle persone nate tra il 1965 e il 1994 ha aderito a un fondo pensione, una lacuna che potrebbe portare a pensioni non sostenibili per milioni di lavoratori.

Fondi pensione: necessità di automatismi e competitività

Il governo ha proposto una strategia che si sviluppa su due fronti: da una parte, l’introduzione di meccanismi automatici di adesione, soprattutto per i lavoratori neoassunti, dall’altra, la riduzione dei costi di gestione che sono ancora troppo alti per essere accessibili alle categorie più vulnerabili: “Dobbiamo trasformare la previdenza complementare da un mercato di nicchia a una scelta diffusa”, ha dichiarato Mario Nava della Commissione Europea, sottolineando come nei prossimi 25 anni circa 25 milioni di persone oltre i 65 anni lasceranno il lavoro, aumentando la pressione sul sistema pubblico.

LEGGI  Lombardia Motore d'Italia? Cresce come il Paese, Fontana risponde agli attacchi!


Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, ha promosso l’idea di un “automatismo nell’iscrizione” spiegando che non basta informare: è necessario un cambio culturale che incoraggi i giovani a fare scelte consapevoli sin dal primo stipendio e, contemporaneamente, si sta lavorando per rendere i fondi più economici: attualmente, le commissioni e le barriere all’ingresso ne limitano l’attrattiva, in particolare per chi ha redditi modesti o carriere intermittenti.

L’obiettivo è duplice: proteggere i futuri pensionati e indirizzare il risparmio verso investimenti produttivi per l’economia reale, come ribadito dalla stessa Covip, che nel 2024 ha visto una riduzione degli investimenti domestici (-72,9% in titoli di Stato), segno di una diversificazione ancora incompleta.

Articoli simili

Vota questo post

Lascia un commento