Un bug costoso
La piattaforma “Gestisci la mia proprietà”, lanciata nel 2023, aveva l’obiettivo di semplificare le dichiarazioni di proprietà per i proprietari. Tuttavia, il servizio online si è rivelato problematico e costoso, con uno sviluppo che ha comportato una spesa di 1,3 miliardi di euro.
Distribuzione digitale catastrofica
L’accessibilità esclusivamente digitale della piattaforma ha penalizzato in particolare gli anziani, che spesso non hanno dimestichezza con i moderni strumenti informatici. Questo ha contribuito a un alto tasso di errori nelle dichiarazioni.
Conseguenze finanziarie importanti
Secondo un rapporto della Corte dei Conti pubblicato il 23 gennaio, circa il 30% delle abitazioni non è stato dichiarato correttamente sulla piattaforma nel 2024. Questo ha portato a una massiccia sovratassazione, con un prelievo indebiti delle tasse comunali e delle tasse sulle case sfitte, per un totale di 1,3 miliardi di euro rimborsati dallo Stato.
Un costo aggiuntivo considerevole per le finanze pubbliche
L’implementazione del servizio ha comportato un costo tre volte superiore al previsto, raggiungendo i 37,2 milioni di euro. Questa esplosione dei costi, unita ai rimborsi, rappresenta un onere significativo per le finanze pubbliche in un contesto economico già difficile.
Le raccomandazioni della Corte dei Conti
In seguito a questo fiasco, la Corte dei Conti ha sottolineato l’urgenza di evitare il ripetersi di tali situazioni per le dichiarazioni del 2024. L’istituzione consiglia di rivedere il sistema, tenendo conto delle esigenze degli utenti, soprattutto di coloro che sono meno esperti con strumenti digitali.
Conclusione
Questa debacle amministrativa mette in luce i rischi di una digitalizzazione affrettata dei servizi pubblici. Sottolinea l’importanza di una transizione digitale graduale e inclusiva, che prenda in considerazione le diverse competenze degli utenti. Le conseguenze finanziarie di questo bug evidenziano la necessità di uno sviluppo rigoroso delle piattaforme amministrative online.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.