Una dichiarazione patrimoniale che ha fatto scalpore
La trasparenza finanziaria imposta ai leader thailandesi ha appena rivelato l’impressionante fortuna di Paetongtarn Shinawatra, primo ministro dallo scorso agosto. Secondo i requisiti della Commissione nazionale anticorruzione (NACC), ha dovuto rivelare un patrimonio complessivo stimato in 13,8 miliardi di baht, pari a circa 400 milioni di euro. Questa rivelazione ha fatto immediatamente notizia sui media locali, sollevando molti interrogativi sull’origine di questa colossale ricchezza.
Uno spogliatoio degno delle più grandi fortune
I dettagli del patrimonio del Primo Ministro assomigliano a un vertiginoso inventario del lusso: 217 borse firmate per un valore di oltre 2 milioni di euro, 75 orologi di lusso per un valore di 4,6 milioni di euro, per non parlare dell’impressionante collezione di gioielli che comprende 108 anelli, 205 paia di orecchini e 69 braccialetti.
L’accumulo di accessori di lusso testimonia uno stile di vita sontuoso che contrasta con il tenore di vita medio dei thailandesi.
Attività diversificate e internazionali
Oltre ai beni di lusso, il patrimonio di Paetongtarn Shinawatra consiste principalmente in investimenti per un totale di oltre 310 milioni di euro. Ha anche una notevole liquidità (28 milioni di euro) e un portafoglio immobiliare internazionale che comprende proprietà a Londra e in Giappone.
Tuttavia, il patrimonio netto ammonta a 251 milioni di euro, dopo aver dedotto le passività per 141 milioni di euro.
L’eredità della famiglia Shinawatra
Questa considerevole fortuna fa parte della famiglia Shinawatra. Suo padre, Thaksin Shinawatra, ex primo ministro e uomo d’affari di successo, è una delle dieci persone più ricche della Thailandia, con un patrimonio stimato di 2,1 miliardi di dollari secondo Forbes.
Il suo impero delle telecomunicazioni, la Shin Corp, gli è servito come trampolino di lancio verso la politica, stabilendo una dinastia familiare influente nel Paese.
Le implicazioni politiche di una tale fortuna
Questa rivelazione solleva interrogativi sull’influenza della ricchezza nella politica thailandese.
Nonostante l’esilio forzato di Thaksin Shinawatra in seguito al colpo di Stato del 2006, la famiglia ha mantenuto la sua posizione sulla scena politica nazionale, illustrando la forte correlazione tra potere economico e politico nel regno.
Conclusione
La pubblicazione del patrimonio di Paetongtarn Shinawatra evidenzia l’immensa ricchezza concentrata nelle mani dell’élite politica tailandese.
Se da un lato questa trasparenza finanziaria soddisfa i requisiti democratici, dall’altro solleva interrogativi sull’equità sociale e sulla concentrazione del potere economico e politico all’interno delle stesse famiglie nel Regno di Thailandia.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.