Premessa: un Articolo Controverso
Prima di iniziare, è giusto chiarire che l’articolo che state per leggere ha toni allarmistici e catastrofici, con un tocco di teoria del complotto. Ora che siete avvisati, esploriamo cosa è successo ieri nei mercati dei titoli di stato del Giappone e del Regno Unito a ora di pranzo. Potreste chiedervi: e il complottismo? In realtà, ci troviamo di fronte a dati oggettivi, numeri freddi e indiscutibili che mettono a dura prova le narrazioni convenzionali.
Cambio di Scenario nei Mercati
La questione è sempre una questione di prospettiva. Da quella attuale, i livelli di rendimento suggeriscono che, oggi, probabilmente nessuna banca giapponese o fondo pensione britannico può considerarsi solvibile. Nessun analista, nemmeno il più cauto o pessimista, avrebbe mai potuto prevedere e registrare tali cifre nei bilanci, in quanto sarebbe stato oggetto di derisione e successivamente licenziato.
Ma le cose sono cambiate radicalmente da alcuni giorni. Dopo che il Primo Ministro giapponese ha rivelato che la situazione finanziaria del suo Paese è più grave di quella della Grecia, molti hanno iniziato a cambiare discorso, e presto si uniranno al coro dei catastrofisti.
Ora, escludendo quello che vi ho detto sul “muro di scadenze” che rappresenta la massima priorità per l’Amministrazione Trump e considerando i rendimenti sobri del Treasury USA a 30 anni, che ieri erano del 5,022%, focalizziamoci su temi più vicini a noi europei.
Instabilità nel Mercato dell’Oro e Reazioni della BCE
Ascoltate quanto suona inquietante questa affermazione: i mercati dell’oro potrebbero minacciare la stabilità finanziaria della zona euro in caso di tensioni geopolitiche a causa della domanda di regolamenti fisici, del dominio di grandi trader e di transazioni poco trasparenti… Inoltre, le interruzioni nel mercato fisico dell’oro potrebbero aumentare il rischio di una crisi di liquidità.
Chi ha fatto questa affermazione? La Banca Centrale Europea, in un documento che, stranamente, non ha suscitato grande interesse. È insolito come i media tendano a ignorare ciò che avviene al di fuori delle riunioni mensili della BCE, che in realtà sono cruciali per il processo decisionale. Non dispongo di abbonamenti a costosi servizi informativi, eppure riesco a trovare queste informazioni. Quale scusa possono avere quelli della stampa “autorevole”?
Il contenuto di quel report non è solo un campanello d’allarme, ma un vero e proprio allarme antincendio. Se aggiungiamo a ciò l’allarme della settimana scorsa riguardo un possibile stop nella fornitura di dollari da parte della Fed, il panorama è ancora più preoccupante. La BCE, consapevole delle proprie enormi responsabilità, sembra prepararsi a difendersi in vista di quello che potrebbe essere definito un disastro annunciato.
Prima la Fed, che potrebbe interrompere la fornitura di dollari in risposta alle politiche commerciali, poi l’instabilità causata dal prezzo dell’oro. E mentre il mercato dei futures sembra tranquillo, il vero problema per la BCE non è il rapporto tra contratti cartacei e oro fisico, ma il fatto che qualcuno possa volere effettivamente l’oro fisico o, peggio, acquistarlo di persona o online.
Transazioni definite come opache, a differenza dello swap cristallino di Credit Suisse su Archegos, che continua a costare caro. Chi temeva che il rally dell’oro fosse terminato dopo l’accordo tra USA e Cina ha motivi per rimanere ottimista. E, guardando i rendimenti obbligazionari menzionati all’inizio, considerate che lunedì, poco dopo la dichiarazione del Primo Ministro giapponese, si è tenuta un’asta di titoli giapponesi a 20 anni con la domanda più bassa dal 2012 e la “tail” più alta dal 1987, mostrando un disperato tentativo di attrarre acquirenti. Con la Bank of Japan che ora detiene il 52% del mercato obbligazionario, non sorprende che ci si “copra” con l’oro.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.