La banana più costosa della storia è ancora sulla bocca di tutti
La storia dell’arte contemporanea ha appena scritto un nuovo sorprendente capitolo a Hong Kong. Justin Sun, l’imprenditore cino-americano fondatore della piattaforma Tron, ha fatto scalpore divorando una banana attaccata al muro che gli era costata l’astronomica cifra di 6,2 milioni di dollari. L’opera, intitolata “Comedian” dell’artista italiano Maurizio Cattelan, continua ad alimentare il dibattito sul valore dell’arte contemporanea.
La storia di un’opera che sfida le convenzioni
Creato nel 2019, “Comedian” ha già fatto scalpore quando è stato esposto per la prima volta a Miami. Stimata inizialmente 120.000 dollari, questa semplice banana attaccata al muro metteva già in discussione i limiti dell’arte concettuale.
L’opera esiste in diverse copie, tra cui al Guggenheim Museum di New York, ed è regolarmente oggetto di interventi spontanei, come quello di uno studente coreano che l’ha mangiata per fame in un museo di Seul.
Una performance mediatica orchestrata
Il 29 novembre, davanti a un pubblico di giornalisti a Hong Kong, Justin Sun ha trasformato la sua degustazione in un happening artistico.
Con un certo senso della messinscena, l’imprenditore ha staccato delicatamente il frutto dalla parete, ha rimosso il nastro adesivo e ha assaporato quella che probabilmente è diventata la banana più costosa mai consumata.
Tra NFT e arte concettuale
Sun ha abilmente tracciato un parallelo tra questo lavoro e il mondo della NFT, di cui è un fervente sostenitore. Per lui, il valore non risiede tanto nell’oggetto fisico quanto nel concetto e nella storia che vi sta dietro.
“La maggior parte di questi oggetti e idee esistono come proprietà intellettuale e su Internet”, ha spiegato, legittimando il suo gesto come parte integrante dell’opera.
Arte partecipativa reinventata
In un gesto simbolico, chi ha assistito a questa performance unica è tornato a casa con il proprio “kit artistico”: un rotolo di nastro adesivo grigio identico a quello utilizzato nell’opera originale e una banana.
Questa distribuzione trasforma ogni spettatore in un potenziale artista, capace di riprodurre – o reinterpretare – l’opera a casa propria.
Conclusione
La spettacolare performance di Justin Sun è una perfetta illustrazione delle domande contemporanee sul valore dell’arte, sulla sua riproducibilità e sulla sua conservazione.
In parte provocazione artistica, in parte trovata mediatica, questa “banana del secolo” sarà un simbolo potente delle contraddizioni del mercato dell’arte contemporanea, dove la distruzione può diventare creazione e dove il valore a volte risiede più nel gesto che nell’oggetto stesso.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.