L’incremento del debito pubblico è un fenomeno diffuso in Europa, con l’Italia che registra una crescita particolarmente elevata, raggiungendo il 137,9% del PIL come riportato da Eurostat. La Grecia, nonostante sia il Paese con il debito più alto, mostra segni di miglioramento.
Il debito pubblico sta crescendo capillarmente in Europa, tuttavia, l’Italia mostra un incremento più rapido rispetto agli altri Paesi. Secondo i dati forniti da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, i Paesi del Nord e dell’Est Europa mantengono una situazione più controllata, mentre la Grecia, nonostante sia il Paese con il maggior debito, sta facendo progressi notevoli.
Nel corso del primo trimestre dell’anno corrente, il rapporto debito/PIL si è elevato in tutta Europa, passando dall’81% all’81,8%. Anche nell’Eurozona, si è verificato un incremento, con il rapporto che è salito dall’87,4% all’88%. In Italia, però, l’aumento è stato particolarmente significativo, con un salto di 2,5 punti percentuali, portando il rapporto al 137,9%.
In generale, la situazione non è allarmante, poiché l’aumento è relativamente contenuto se confrontato con il primo trimestre dell’anno precedente, con un incremento dello 0,6% nell’UE e dello 0,2% nell’Eurozona. Questo indica che il problema è di recente manifestazione e concentrato negli ultimi mesi.
IL DEBITO EUROPEO: ANALISI PER PAESE E LE SFIDE PER L’ITALIA
Analizzando i dati relativi ai movimenti del debito/PIL dei singoli Paesi da gennaio a marzo di quest’anno, si osserva che in 16 Paesi, tra cui l’Italia (+2,5), ma anche Austria e Slovacchia (+3,5), il debito è aumentato. Al contrario, 10 Paesi sono riusciti a ridurre il loro debito, tra cui l’Irlanda (-3,7), la Lettonia (-1,2) e persino la Grecia (-1,1), che nonostante un debito molto elevato mostra miglioramenti. Il rapporto è rimasto stabile per la Repubblica Ceca.
Questi dati rappresentano un segnale d’allarme che richiede l’elaborazione di una strategia seria per la riduzione del debito, attraverso riforme audaci, crescita sostenibile e una prospettiva a lungo termine, piuttosto che affidarsi a misure di emergenza temporanee.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.