L’Italia riduce il deficit: un passo avanti verso il pareggio di bilancio
L’Italia ha compiuto progressi significativi nella riduzione del deficit pubblico. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), il Paese ha ridotto il deficit al 3,4% del prodotto interno lordo (PIL) nel secondo trimestre, rispetto al 5% dello stesso periodo del 2023. Questo miglioramento segna una svolta importante nella gestione delle finanze pubbliche italiane.
L’aumento del gettito fiscale è la chiave per la riduzione del deficit
La riduzione del deficit è dovuta principalmente all’aumento delle entrate fiscali. Nel secondo trimestre, le entrate delle amministrazioni pubbliche sono state pari a 247,4 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 242,5 miliardi di euro dell’anno precedente. Allo stesso tempo, la spesa è scesa dell’1,3% a 265,5 miliardi di euro. Questa duplice dinamica ha contribuito al miglioramento del saldo di bilancio.
Un ritorno all’avanzo primario, il primo dal 2019
Un indicatore particolarmente incoraggiante è il ritorno a un saldo di bilancio primario positivo. Per la prima volta dal quarto trimestre del 2019, questo saldo (prima degli oneri del debito) è tornato in attivo, raggiungendo l’1,1% del PIL rispetto al -0,8% dell’anno precedente. Questo sviluppo riflette una gestione più rigorosa delle finanze pubbliche italiane.
Obiettivi ambiziosi per il 2026
Il governo italiano non ha intenzione di fermarsi qui. Ha recentemente annunciato l’intenzione di ridurre il deficit pubblico al di sotto del tetto del 3% del PIL fissato dal Patto di stabilità europeo a partire dal 2026. Questo impegno, più ambizioso rispetto alle precedenti previsioni, è incluso nel piano di risanamento dei conti pubblici che l’Italia deve presentare alla Commissione europea.
Le sfide future: debito elevato e pressione fiscale
Nonostante questi progressi, l’Italia deve ancora affrontare sfide importanti. Il Paese rimane il peggiore dell’Unione Europea in termini di deficit pubblico, con un rapporto del 7,4% del PIL nel 2023. Inoltre, il debito pubblico è pari al 137,3% del PIL, il secondo più alto dell’UE dopo la Grecia. Anche la pressione fiscale, salita al 41,3% del PIL nel secondo trimestre del 2024, potrebbe rappresentare una sfida in termini di competitività economica.
Conclusione: un delicato equilibrio tra consolidamento e crescita
L’Italia sembra essere sulla strada giusta per risanare le proprie finanze pubbliche, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Il governo dovrà mantenere un delicato equilibrio tra consolidamento fiscale e sostegno alla crescita economica. I prossimi trimestri saranno cruciali per determinare se questo trend positivo continuerà e se l’Italia potrà raggiungere gli ambiziosi obiettivi per il 2026.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.