Caos organizzato. Questo deve essere il sentimento dominante. È essenziale che le persone percepiscano ciò che sta accadendo, ma che subito dopo cambino il loro interesse da un tema all’altro, senza mai approfondirne veramente alcuno.
Osservate questi dati: in una sola settimana, il mercato azionario cinese ha visto un’alternanza di ingressi e uscite di capitali dagli hedge funds mai registrata prima nella storia.
La seconda economia mondiale sembra comportarsi come un titolo meme, similmente a Gamestop o AMC, ma stiamo parlando della Cina. Il suo mercato azionario è stato caratterizzato negli ultimi giorni da una serie di annunci e misure da parte del governo, della banca centrale e degli enti regolatori. Tagli ai requisiti di riserva, promesse di un aumento del debito e del deficit, e l’introduzione di una facilitazione per i prestiti a chi desidera investire in azioni. Sembra che ci sia una marcia indietro nel processo di Quantitative Easing, ma in realtà, cosa è realmente cambiato? Nulla. Nel frattempo, Pechino ha iniziato un’esercitazione militare vicino a Taiwan, che sembra una prova generale. Chi avrà il coraggio di interpellare il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite?
Non sembra che Pechino abbia lasciato nulla al caso, ma piuttosto sia un rischio calcolato per stimolare un’economia che deve mantenere una crescita annua minima del 5%. Tutto è pianificato, anche perché il 27 ottobre ci saranno le elezioni in Giappone e il 5 novembre negli Stati Uniti. Il meglio deve ancora venire.
Passiamo agli Stati Uniti. In una scena del film Romanzo criminale, il personaggio Dandi spiega a Nero il trucco che gli ha permesso di risolvere una situazione complicata: La gente mi crede sempre più scemo di quello che sono. Questo principio trasforma una debolezza percepita in una forza, un concetto che potrebbe essere attribuito a Sun Tzu della Magliana.
Guardate il grafico recente: da non più di due settimane, Goldman Sachs ha rivelato la più grande posizione short degli ultimi cinque anni contro il settore energetico. Da allora, il prezzo del petrolio è salito del 12% per poi subire una correzione.
Non si tratta di una questione di domanda e offerta, né di prospettive di recessione o di speranze legate alle politiche espansive cinesi. Piuttosto, si ricollega all’idea del “utile idiota” espressa efficacemente da Dandi. Joe Biden ha trascorso quasi l’intero suo mandato senza che nessuno mettesse in dubbio le sue capacità cognitive, fino a una conferenza stampa che lo ha trasformato in un caso da studio medico.
Per settimane, Biden è stato assente dalla scena pubblica, e improvvisamente riemerge con dichiarazioni che hanno scosso i mercati petroliferi. Ma chi ha beneficiato di queste dichiarazioni? Sembrava che Biden, nonostante fosse considerato bisognoso di assistenza, fosse percepito come estremamente lucido quando conveniva.
Quando la Casa Bianca considera di intervenire contro l’OPEC insieme alle fluttuazioni del prezzo del petrolio e le dichiarazioni di Jerome Powell su possibili tagli dei tassi, emerge un quadro complesso. Si profila l’immagine di un gigante “too big to fail” che necessita di un passaggio dal taglio dei tassi a un Quantitative Easing pressoché immediato, proprio mentre le elezioni si avvicinano.
Guardate questo ulteriore grafico: mentre Warren Buffett vende massicciamente azioni della Bank of America, creando la più grande riserva di contanti nella storia di Berkshire Hathaway, l’allocazione in azioni è al massimo da quando scoppiò la bolla tecnologica. Un momento perfetto per un crollo?
E se la Cina, stanca dei continui reset orchestrati dal Deep State a protezione di Wall Street, questa volta avesse deciso di anticipare e guidare la danza delle minacce e della deterrenza nel warfare finanziario? Perché usare missili quando ci sono i derivati?
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.