Analisi del Momento Economico e Finanziario
Mentre redigo questo articolo, il tasso di cambio tra dollaro e yen è fissato a 155,3. Secondo quanto riportato dalla Sankei e diffuso da Bloomberg, il Giappone sta considerando un budget aggiuntivo di 87 miliardi di dollari per l’anno in corso.
Perché si sta procedendo in questa direzione? Come spiega chiaramente l’agenzia Nikkei, da gennaio a marzo verranno reintrodotti aiuti per il sostegno di elettricità e gas. Questo interviene in un momento in cui l’inflazione alla produzione ha registrato un aumento del 3,4% in ottobre, superando le previsioni che erano del 3,0%. In altre parole, ci troviamo di fronte a una situazione di stagflazione, un fenomeno che in Giappone evoca il ricordo di una “decade perduta”, il peggiore degli incubi.
Scenari di Mercato e Decisioni Economiche
Nel frattempo, i titoli di stato giapponesi a 30 anni hanno visto un notevole incremento e i carry trades stanno iniziando un movimento erratico, in previsione di una possibile nuova dismissione simile a quella avvenuta ad agosto. Per il momento, Miss Watanabe sembra mantenere la calma, mostrando una resistenza degna di un samurai, ma il passaggio a una tattica kamikaze è sempre un rischio imminente in quel contesto.
La Nuova Realtà dei Mercati Finanziari
Questo diagramma chiarisce la situazione attuale, fornendo una nuova prospettiva. Per la prima volta in 22 anni, i rendimenti dei titoli di stato hanno superato quelli delle azioni, offrendo un ritorno maggiore rispetto al mercato azionario. È questo il risultato di una grande rotazione o semplicemente un rischioso gioco delle banche centrali in un mondo completamente manipolato? Il secondo grafico suggerisce ulteriori preoccupazioni.
Se Bloomberg descrive questo rovesciamento dei rendimenti come un punto di svolta, la situazione attuale dei rendimenti dei titoli di stato americani sembra avvicinarsi sempre più a una fase critica, simile a quella del Titanic che aumenta la potenza dei motori dopo il primo impatto con l’iceberg, tentando invano di evitare la collisione. La correlazione tra il Treasury decennale e il Bill a tre mesi, il preferito per il finanziamento a breve termine delle istituzioni finanziarie, lascia presagire un aumento dei rendimenti fino a quando il sistema non risulterà compromesso. Non è facile ignorare questa evidenza, specialmente considerando che il rendimento del decennale è ora al 4,5%, in aumento di quasi un punto percentuale intero dopo il taglio di 50 punti base a settembre. Quanto tempo potrà la Fed ignorare questa situazione prima di dover intervenire?
Il Controllo delle Banche Centrali e le Prospettive Economiche
Guardando l’aumento delle spese per gli interessi sul debito degli Stati Uniti, è chiaro che la questione non è più “se” ma “quando” si verificherà un cambiamento. Le recenti parole di Jerome Powell, pronunciate durante un evento della Fed a Dallas, hanno avuto un impatto immediato facendo scendere il Dow Jones di 200 punti in un istante: “L’economia non ci sta inviando segnali che giustifichino un’accelerazione nel taglio dei tassi”. Se prima dell’intervento di Powell, i futures indicavano una probabilità dell’82% di un ulteriore taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, subito dopo le sue dichiarazioni la percentuale è scesa al 59%.
Nonostante le fluttuazioni dei rendimenti obbligazionari, la retorica si sposta ora verso un atterraggio morbido: l’economia sta bene, quindi perché affrettare il taglio dei tassi? È inquietante sentire queste parole dal leader della stessa istituzione che ha ridotto i tassi di 50 punti base a metà settembre, e poi di altri 25 punti base il giorno prima di preannunciare un possibile terzo intervento a dicembre.
Isabel Schnabel, importante membro del consiglio della BCE, parlando quasi in contemporanea a Powell durante un congresso a Washington, ha affermato: “Gli acquisti di asset si sono dimostrati uno strumento potente per la stabilizzazione del mercato, mentre il loro rapporto costi/benefici è stato meno favorevole per stimolare l’economia reale. In futuro, questo strumento dovrebbe essere usato con maggiore cautela”. Queste parole confermano ciò che molti sospettavano da tempo. Ora è la BCE stessa ad ammetterlo.
Questi sviluppi non suonano forse come un campanello d’allarme per un’imminente campagna elettorale da parte della Bundesbank? Non preoccupatevi, sarà evidente molto presto, e quel campanello diventerà un cannone. Il governo dovrebbe essere avvisato.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.