PROPOSTA DI GENTILONI SUL RINVIO DEL PNRR OLTRE IL 2026 E LE PROSPETTIVE PER L’EUROPA
La discussione su un possibile posticipo delle scadenze del PNRR a livello europeo ha cessato di essere un tabù, specialmente quando a parlarne è Paolo Gentiloni, che si appresta a lasciare il ruolo di commissario europeo per gli Affari Economici al termine del mandato. Durante un’audizione al Parlamento Europeo, poco prima che Ursula Von der Leyen annunciasse i nuovi commissari europei, l’ex Primo Ministro italiano ha suggerito che per il Next Generation EU non è impensabile considerare un prolungamento oltre il 2026, a patto che ci sia un accordo maggioritario tra i Paesi membri.
Gentiloni, che sarà sostituito alla guida degli Affari Economici dal lettone Valdis Dombrovskis, considerato un “falco”, ha affermato che estendere il termine per i progetti del Recovery Fund è fattibile, «ciò che è possibile o impossibile dipende dai numeri, dalla maggioranza o dall’unanimità». Ha poi enfatizzato la necessità di concentrare energie e risorse per l’attuazione dei piani presentati dai vari Stati membri, sottolineando che la questione non riguarda esclusivamente l’Italia ma molti Paesi che hanno posticipato investimenti significativi alla seconda e ultima fase del Recovery.
GENTILONI SOTTOLINEA L’IMPORTANZA DEL RAPPORTO DRAGHI E DELL’ESTENSIONE DEL DEBITO COMUNE ANCHE DOPO IL PNRR
«Assorbire un volume così grande di investimenti non è semplice», ha continuato il Commissario agli Affari economici durante l’audizione, esprimendo le preoccupazioni della Commissione Von der Leyen sul futuro del PNRR nei primi anni della prossima legislatura. Gentiloni ha poi evidenziato come le preoccupazioni di Bruxelles sugli investimenti finali del Recovery Fund potrebbero non essere pienamente condivise dai singoli Stati, facendo un commento sarcastico: «non sono sicuro lo abbiano compreso». Il grande dossier del PNRR sarà gestito dal nuovo commissario all’Economia Dombrovskis, ma un ruolo chiave sarà anche quello di Raffaele Fitto, recentemente eletto vicepresidente esecutivo con delega a Coesione e Riforme, che sarà anche responsabile dell’attuazione del PNRR nei Paesi membri.
Parlando delle prospettive delineate a Strasburgo, Gentiloni ha descritto il NextGenerationEU come una esperienza finora molto positiva per l’Europa, in questi anni complicati tra pandemie, crisi energetiche e conflitti. Si è riusciti a evitare divergenze tra gli Stati membri. Un terzo degli obiettivi dei piani PNRR dei 27 Paesi è stato raggiunto, e in Italia il piano, gestito proprio dal Ministro Fitto, procede speditamente. Resta da vedere se si deciderà di ripetere l’esperienza del finanziamento tramite debito comune, nonostante la resistenza dei paesi nordici, ma che riemerge nel rapporto sulla competitività commissionato da Von der Leyen a Mario Draghi.
Gentiloni stesso ha sottolineato l’importanza del rapporto di Draghi, spiegando come l’Europa, per riacquistare un ruolo centrale nella competizione globale, necessiti di massicci investimenti e di piani solidi a medio-lungo termine, «investimenti privati, in primis. Ma anche pubblici». Partendo dal PNRR, per il commissario uscente, l’idea del finanziamento congiunto per “beni comuni” non deve concludersi nel 2026. È essenziale per l’UE mostrare maggiore ambizione e “seguire” la direzione tracciata da Draghi, «non deve restare lettera morta».
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