ITALIANIZZAZIONE AVANZA: Cambiamenti in Germania nel Settore Sanitario e Auto

STOCCARDA

STOCCARDA – Le discussioni tra Bruxelles e Pechino stanno giungendo al termine: se non si giungerà a un’intesa all’ultimo momento, i dazi europei sulle importazioni di autoveicoli elettrici dalla Cina verranno applicati a partire da novembre. La Commissione Europea sostiene che il governo cinese stia riducendo i prezzi in modo artificiale mediante sussidi, distorcendo così il mercato. Si prevedono dazi fino al 35%, che si sommeranno ai già esistenti dazi di importazione del 10%. Il governo tedesco ha espresso una posizione contraria a Bruxelles, votando contro la proposta della Commissione, anche se non tutti i membri della coalizione “semaforo” erano concordi.

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Il governo tedesco segue una linea che si allinea con quella dell’industria automobilistica. I CEO delle maggiori case automobilistiche tedesche sono contrari ai dazi, non chiedono un’estensione per i motori a combustione interna e puntano fermamente sui motori elettrici. Ola Källenius, CEO di Mercedes, vede un futuro nell’elettrico, anche se non esclude la possibilità di cogliere opportunità di profitto nel settore dei motori a combustione. Anche Oliver Blume, CEO di Volkswagen, si allinea a questa visione, confermando la strategia del precedente CEO Martin Winterkorn, che aveva puntato sull’elettrico in tempi non sospetti. Secondo Blume, il problema di Volkswagen è stato quello di non aver agito tempestivamente per contenere i costi.

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Nonostante la correttezza della strategia di Blume, la sua attuazione si scontra con vari ostacoli. Rivian, società americana con cui Volkswagen ha stretto un accordo di collaborazione, sta incontrando problemi di approvvigionamento. Rivian ha consegnato 10.018 veicoli nel terzo trimestre, marcando un calo del 35,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’azienda ha dovuto ridurre le stime di produzione per l’anno in corso a 47.000-49.000 veicoli, rispetto ai 57.000 inizialmente previsti, e anche l’Ebit rimane negativo con un valore azionario che soffre a Wall Street.

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L’andamento dell’economia nel suo complesso continua a essere preoccupante. Ad agosto, gli ordini nel settore industriale tedesco sono diminuiti del 5,8% rispetto al mese precedente, registrando la caduta più marcata da gennaio (con previsioni degli economisti che erano per un calo minore). Jörg Krämer, capo economista di Commerzbank, ha descritto i dati come una “delusione amara”. Per l’anno in corso, il governo prevede una leggera recessione: il ministro dell’Economia Robert Habeck (Verdi) ha dichiarato che il Prodotto Interno Lordo diminuirà dello 0,2%. Pertanto, il governo ha rivisto al ribasso le proiezioni fatte durante la primavera, quando si prevedeva ancora una crescita dello 0,3%.

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Nel frattempo, la Germania sta subendo un processo di “italianizzazione” (mentre l’Italia, secondo Alberto Forchielli, sta vivendo una “messicanizzazione”). In Italia si leggono frequentemente notizie di episodi di violenza negli ospedali, causati da pazienti o familiari insoddisfatti delle cure ricevute o degli esiti delle stesse. Fenomeni simili stanno emergendo anche in Germania. Secondo quanto riportato da Tagesschau, le statistiche della polizia del Bundesland Nordrhein-Westfalen indicano un notevole aumento degli episodi di violenza nelle strutture sanitarie. Nel 2019, si sono verificati 1.218 atti di violenza negli ospedali di questo Bundesland; nel 2023, il numero è salito a 1.705. Oltre ai danni fisici, gli atti di violenza includono anche furti e minacce di vario tipo.

In un’intervista alla Sächsische Zeitung, riportata da ZDF, il direttore dell’ospedale universitario di Dresda, Frank Ohi, ha rivelato che il personale di sicurezza interviene mediamente 40-50 volte al mese in “situazioni insolite”. Un paziente “ha distrutto completamente una stanza”, un altro ha portato un machete in valigia durante il ricovero ospedaliero. “Il potenziale di aggressione è molto più elevato oggi rispetto a 25 anni fa”, afferma Ohi.

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L’ospedale di Leverkusen offre un corso di autodifesa per il personale medico e paramedico, iniziativa di Marc Busche, primario di chirurgia plastica e esperto di arti marziali da oltre 30 anni. Nel corso si insegnano tecniche per proteggersi dai colpi, liberarsi dalle prese e gestire situazioni con coltelli. Disarmare un aggressore armato di coltello è pericoloso e quasi senza speranza, spiega il primario Marc Busche. “La prima regola è sempre: fuggire”. Se la fuga non è possibile, consiglia di utilizzare oggetti facilmente reperibili, come un manico di scopa, una sedia o anche indumenti. Infine, ironizza: “Il camice bianco c’è già, basta aggiungere una cintura nera!”

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