Il Concetto Cristiano del Tempo e il Giubileo
Il Giubileo cristiano interpella la nostra percezione del tempo e ci insegna a viverlo secondo la fede. Ci ricorda che, secondo la visione cristiana ed ebraica, Dio si manifesta nella temporalità degli eventi umani, non in specifici spazi sacralizzati. Quando Davide desiderava edificare un tempio per il Signore, il profeta Natan gli spiegò che Dio si manifesta nel tempo e non nello spazio fisico. Pertanto, per noi cristiani non esistono luoghi sacri quanto piuttosto tempi sacri o tempi santi, poiché sono permeati dalla presenza divina.
La nostra fede riconosce un unico tempo santo, quello attuale, che va dalla nascita di Gesù fino al suo ritorno glorioso. Durante il suo primo discorso nella sinagoga di Nazaret, Gesù proclamò l’adempimento della profezia di Isaia e annunciò l’avvento dell’anno di grazia del Signore, un tempo che non solo è già iniziato ma che costituisce un Giubileo eterno e definitivo. I Giubilei che si celebrano ogni venticinque anni non sono che un promemoria per la Chiesa di questo tempo di grazia continuo.
L’Origine e la Visione del Giubileo
L’istituzione del Giubileo da parte di Bonifacio VIII nel 1300 fu influenzata dalla concezione cristiana del tempo. Alla fine del XIII secolo, le teorie di Gioacchino da Fiore su un imminente passaggio all’età dello Spirito Santo erano ancora diffuse. La proclamazione del Giubileo, corrispondente al centenario della nascita di Cristo, ribadiva che gli “ultimi tempi” erano iniziati con la Pasqua di Gesù e che non ci sarebbe stato nulla di superiore a Cristo, eccezion fatta per la manifestazione finale del Regno di Dio, già presente nella storia attraverso lo Spirito Santo, che continua a ricordarci Cristo.
Il Giubileo del 2025 e la Speranza Cristiana
Il tema della speranza è centrale nel Giubileo del 2025, come espresso da Papa Francesco nella Bolla Spes non confundit. La speranza, definita come il desiderio e l’attesa del bene, offre un messaggio di incoraggiamento in un mondo dove molti guardano al futuro con scetticismo. La speranza cristiana propone un modo diverso di vivere il tempo, uno sguardo al futuro che si distingue dalla visione comune. Il termine latino spes non confundit, usato nella Bolla, illustra come la speranza non solo non deluda, ma permetta anche di discernere chiaramente il bene da perseguire.
La pazienza, descritta dal Papa come una virtù strettamente legata alla speranza, risulta essenziale in un’epoca dominata dalla fretta e dall’immediatezza del digitale. La pazienza è la capacità di attendere con fiducia la promessa di Dio, sostiene la speranza e ci insegna a vivere il tempo con perseveranza.
Nel documento Spes non confundit, la speranza cristiana è paragonata a un’ancora che offre stabilità e sicurezza fino al ritorno di Cristo. In un mondo che spesso sembra galleggiare senza direzione, la speranza funge da ancoraggio, permettendoci di vivere il tempo con una base solida e sicura.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.