USA in Allarme: Preparativi per un “Mega-Salvataggio AI” in Finanza

La grande paura dell’AI e il crollo di Nvidia: una riflessione necessaria

A seguito del tragico incidente aereo a Washington, le preoccupazioni legate all’intelligenza artificiale sembrano essersi attenuate, diventando quasi un lontano ricordo. Tuttavia, ci sono aspetti del cosiddetto Black Monday di Nvidia e delle sue controparti che meritano una seria riflessione.

Focalizziamoci su Nvidia. Secondo le analisi di Vanda Research, gli investitori al dettaglio hanno acquistato azioni di Nvidia in quantità record lo scorso lunedì, nonostante il titolo abbia perso quasi il 20% del suo valore, evaporando circa 593 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato al termine della giornata. Questi acquisti hanno raggiunto un netto di 562,2 milioni di dollari, la cifra più alta dal 2014. Naturalmente, questo importo è minimo se confrontato con i 7,3 miliardi di dollari in azioni Nvidia acquistati dalla clientela al dettaglio nel quarto trimestre del 2024, ma qui stiamo parlando di acquisti fatti in un solo giorno, con il titolo in forte calo. Questo potrebbe sembrare un esempio classico di buy the dip for dummies, o forse no. Proprio in quella giornata, secondo i calcoli di Goldman Sachs, gli hedge funds che avevano posizioni lunghe e leveraged su Nvidia, senza strategie di copertura del rischio, hanno subito le peggiori perdite di sempre in un singolo giorno.

Crisi e opportunità: il gioco degli investimenti

Questa situazione va ben oltre la semplice contrapposizione tra smart money e dumb money che ha caratterizzato episodi come quello di Gamestop. I fondi speculativi che avevano costruito posizioni leveraged lunghe su Nvidia, garantendo implicitamente una certa capitalizzazione di mercato, hanno dovuto liquidare queste posizioni molto rapidamente lunedì, per evitare perdite devastanti o l’esposizione al rischio di un completo wipe-out nel caso in cui le azioni fossero collassate completamente. Grazie a chi ha deciso di acquistare in quel frangente, la situazione non è degenerata ulteriormente. Mentre i professionisti cercavano di limitare i danni, gli investitori occasionali hanno colto l’opportunità di acquistare a prezzi molto bassi, ignorando le voci che suggerivano un imminente deragliamento del treno dell’AI statunitense a causa di anomalie cinesi.

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Un futuro incerto per i giganti dell’AI

Ora, osserviamo questo grafico. Ci mostra che le spese per investimenti fissi di giganti come Amazon, Google, Meta, Microsoft e Oracle nel settore dell’AI sono previste a un livello record di 274 miliardi di dollari quest’anno, il doppio rispetto al 2021 e ben 127 miliardi in più rispetto al 2023. Solo Amazon e Microsoft prevedono di investire rispettivamente 86 e 63 miliardi di dollari.

Il problema risiede nella natura di questo record. Si tratta principalmente dell’intenzione di aumentare gli acquisti di chip di ultima generazione di Nvidia e dello spazio necessario per il loro stoccaggio. Se DeepSeek dovesse interrompere questo ciclo, mandando queste spese in un loop fuori controllo, le conseguenze potrebbero essere significative, simili a perdite bancarie non realizzate su titoli di stato o addirittura securitizzabili.

In attesa che l’amministrazione Trump avvii il suo programma di cash for clunkers per i semiconduttori, simile a quello che Obama ideò per salvare l’industria automobilistica di Detroit, ci chiediamo: e se le startup, che costituiscono una grande parte della clientela di Nvidia e hanno flussi di cassa costantemente negativi, finissero per essere strutturalmente obbligate a finanziarsi attraverso il private equity, utilizzando i chip di Nvidia come collaterale, quale sarà il destino di questo settore nel medio termine?

Nonostante le incertezze, si prevede un intervento di salvataggio di grandi proporzioni. C’è troppo denaro in gioco, troppi valori di mercato gonfiati da rendere credibili e, soprattutto, troppo da perdere in termini di credibilità, se davvero emergessero scandali legati a questi colossi tecnologici.

Per concludere, mentre Trump minacciava tariffe e dazi per gran parte del mondo, emergono notizie di un’indagine dell’FBI su possibili comportamenti illegali e fraudolenti da parte di DeepSeek nello spionaggio industriale attraverso intermediari a Singapore. Eppure, sembra improbabile che gli investigatori federali si addentrino troppo in questa vicenda, dato il rischio di scoprire come Nvidia possa generare entrate miliardarie vendendo chip a un paese di soli 6 milioni di abitanti. Il vero problema potrebbe essere il tempismo: le entrate aumentano proprio quando gli Stati Uniti impongono restrizioni all’esportazione di chip verso la Cina.

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Il teatrino politico ed economico richiede solo un incidente ben orchestrato per avviare il piano di salvataggio. È ironico che alcuni ancora considerino gli Stati Uniti come il baluardo indiscusso del capitalismo e del libero mercato.

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