Una sofisticata truffa ai danni del gigante dell’e-commerce
Uno studente di 23 anni è stato condannato dal Tribunale penale di Pontoise a 18 mesi di reclusione con la condizionale e a 5.000 euro di multa per un’elaborata truffa ai danni di Amazon. Tra il 2021 e il 2024, questo residente della Val-d’Oise ha ideato un ingegnoso sistema per aggirare la sicurezza degli armadietti di consegna “Amazon Lockers”. Il caso, rivelato da Le Parisien, mette in luce una frode che è costata al gigante americano della vendita online più di 110.000 euro. La truffa dimostra la potenziale vulnerabilità dei sistemi di consegna automatizzati a sofisticati metodi di hacking.
Svelato un metodo fraudolento
Il modus operandi del giovane è stato meticolosamente orchestrato. Ha iniziato creando diversi conti bancari sotto falsa identità, che ha poi utilizzato per ordinare prodotti high-tech da Amazon. Al momento dell’ordine, sceglieva sistematicamente la consegna agli armadietti automatici del marchio.
La parte tecnica della truffa consisteva nel penetrare nel sistema di sicurezza degli “armadietti” per recuperare i pacchi senza lasciare alcuna traccia elettronica. Il truffatore è stato quindi in grado di accedere al contenuto e di rimuovere i prodotti di valore, prima di rimettere le scatole vuote negli armadietti.
Un doppio profitto fraudolento
L’ingegnosità di questa truffa si basava su un doppio meccanismo di profitto. Dopo aver svuotato i pacchi e aver riportato le confezioni vuote negli armadietti, lo studente ha contattato il servizio clienti di Amazon per lamentarsi di aver ricevuto una scatola vuota.
In linea con la sua politica commerciale, l’azienda ha quindi emesso un rimborso completo. Allo stesso tempo, il giovane ha rivenduto i prodotti high-tech rubati, soprattutto dispositivi elettronici di valore. Questo metodo gli ha permesso di intascare esattamente 111.215 euro nell’arco di tre anni, una perdita considerevole per il colosso americano.
L’indagine che ha portato al suo arresto
La serie di rimborsi insoliti ha infine destato i sospetti dei team di sicurezza di Amazon. Alla fine del 2023, l’azienda ha presentato una denuncia dopo aver individuato delle anomalie nelle richieste di rimborso. La polizia ha avviato un’indagine meticolosa che ha permesso di risalire allo studente della Val-d’Oise.
Interrogato, il giovane ha subito ammesso le accuse a suo carico. Tuttavia, è stato molto più discreto riguardo alla sua tecnica di violazione degli armadietti, rifiutandosi di rivelare i dettagli tecnici agli investigatori.
Una frase misurata ma significativa
Il Tribunale penale di Pontoise ha inflitto una pena sospesa di 18 mesi di reclusione e una multa di 5.000 euro. Questa pena, relativamente clemente in considerazione dell’importo sottratto, tiene probabilmente conto del profilo dell’imputato, uno studente senza precedenti penali, e della sua parziale collaborazione con la legge.
Questo caso, tuttavia, solleva interrogativi sulla sicurezza dei sistemi di consegna automatizzati e sul potenziale sfruttamento delle loro falle da parte di individui malintenzionati.
Conclusione
Questo caso illustra la crescente sofisticazione delle frodi nel commercio elettronico. Mentre giganti dell’e-commerce come Amazon adottano soluzioni logistiche sempre più innovative, le falle nella sicurezza rimangono una delle principali preoccupazioni. L’ingegnosità di questo giovane truffatore rivela le potenziali vulnerabilità dei sistemi di consegna automatizzati, che dovrebbero offrire sicurezza e convenienza.
Per le piattaforme di vendita online, la sfida è ora quella di bilanciare l’esperienza del cliente con protocolli di sicurezza migliorati, senza compromettere la facilità d’uso che ne ha decretato il successo. Per i consumatori, questa storia ricorda che la generosa politica di rimborso di Amazon, pur essendo vantaggiosa per la maggior parte dei clienti onesti, può anche essere sfruttata a fini fraudolenti.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.