La normativa europea riguardante le case ecologiche impone un onere significativo sul bilancio pubblico nazionale. Il Governo italiano sta cercando di adottare misure specifiche per diminuire i costi che gravano sulle finanze statali, concentrando gli sforzi su “obiettivi particolarmente ambiziosi per il Paese“.
La direttiva per le case sostenibili prevede – specificatamente per l’Italia – un impegno finanziario notevole. L’Europa ha fissato come obiettivo la riduzione del consumo energetico complessivo degli edifici, e il problema più grande sorge dal fatto che in Italia almeno il 70% degli edifici presenta livelli di efficienza energetica considerati “critici”.
Case ecologiche e certificati bianchi: di cosa si tratta?
Per contenere i costi dei bonus edilizi (utili per conformarsi alla normativa sulle case ecologiche), il Governo sta valutando l’introduzione dei certificati bianchi all’interno di un Piano Strutturale. Attualmente, questi certificati sono destinati esclusivamente a reti, industrie e infrastrutture.
Il loro meccanismo è relativamente semplice e funzionale: le imprese o i professionisti che emettono meno inquinanti ricevono certificati che possono poi vendere sul mercato a quelle aziende che, pur dovendo rispettare certi limiti, superano le soglie di inquinamento previste.
La fine degli incentivi pubblici
La strategia del Governo punta a eliminare definitivamente (o quasi) i bonus finanziati da incentivi pubblici, e quindi a carico del bilancio statale. I certificati bianchi potrebbero generare un’importante entrata fiscale grazie alla compravendita tra le aziende, mantenendo al contempo bassi livelli di inquinamento.
Ridurre il consumo energetico di almeno il 16% (come richiesto dalla direttiva europea) non è un compito semplice. In Italia, la maggior parte degli edifici – almeno il 60% – è stata costruita prima dell’approvazione della Legge sul risparmio energetico del 1976.
Come evidenziato ripetutamente dalla Premier Meloni e da Giancarlo Giorgetti, i bonus ecologici hanno comportato spese eccessivamente elevate per le casse statali. Sebbene tali incentivi abbiano ridotto i consumi energetici del 6,2%, questa politica risulta insostenibile nel medio e lungo termine.
Per adempire agli obblighi della futura normativa sulle case ecologiche, l’idea è quella di adottare nuove soluzioni (come i certificati bianchi) per ridurre le spese e ottenere un miglioramento significativo dell’efficienza energetica.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.