Landini Scuote CGIL: “Concordato Evasione Legalizzata”, Sciopero in Vista! Caos Auto Ignora Stellantis?

La critica di Maurizio Landini alla manovra finanziaria e lo sciopero annunciato dalla CGIL

Una presenza decisa quella di Maurizio Landini sulle pagine di “La Repubblica” alla vigilia di un importante incontro previsto martedì a Palazzo Chigi, che vedrà la partecipazione dei sindacati, delle parti sociali e del Governo Meloni per discutere della proposta di bilancio presentata al Parlamento. Dopo aver annunciato uno sciopero per il 29 novembre, CGIL e UIL hanno esposto le loro pretese al governo, pur esprimendo già un giudizio negativo sulla legge di bilancio, ancora in attesa di approvazione ufficiale. Le richieste spaziano dalla sanità agli stipendi, passando per le questioni fiscali (ad esempio il “concordato”) fino al settore automobilistico, dove Landini critica duramente l’intero settore senza mai menzionare direttamente Stellantis, l’ “elefante nella stanza”.



Nel contesto di un dibattito accalorato sui sindacati e sugli aumenti salariali di dirigenti e responsabili della CGIL, Landini, intervistato oggi da Mario Orfeo, lancia un severo ultimatum al Governo: «non deve essere riaperta la questione del concordato», insiste l’ex leader della FIOM, poiché questa manovra secondo lui favorirebbe la «legalizzazione dell’evasione fiscale». La CGIL propone una riforma fiscale radicale per poter tassare «rendite e profitti» a sostegno di un sistema sanitario e scolastico esclusivamente pubblico. Landini attacca anche su condoni, favoritismi e autonomia differenziata, senza tralasciare lo scontro tra il potere giudiziario e il centrodestra. In sostanza, per Landini, l’operato del Governo Meloni è totalmente insoddisfacente e risponde alle accuse di fare propaganda, sostenendo che «non si tratta di uno sciopero ideologico se si chiedono più risorse per salari e sanità».


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“Gravi errori nel settore automobilistico”: Landini critica Meloni e accusa il settore senza nominare Elkann

Le richieste di Landini sono decise e non sembrano prevedere un’imminente distensione, soprattutto quando chiede interventi su sanità, scuola, lavoratori e pensioni, tutti orientati verso la gestione pubblica. Propone di aumentare la tassazione su rendite e profitti per recuperare risorse fiscali per le fasce più deboli: per questo motivo, Landini e la CGIL (insieme alla UIL) condannano il Governo Meloni, considerandolo difensore degli interessi economici e imprenditoriali in Italia.



Dopo aver definito Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, “ridicolo” per non aver mantenuto la promessa di abolire la Legge Fornero, Landini rinnova le sue critiche al Governo, concentrando l’attenzione sul settore automobilistico. Il sindacato chiede il ripristino di 4,6 miliardi di euro di fondi tagliati negli anni al settore automotive, che secondo lui è la causa della crisi attuale. Non è stata una scelta oculata quella di non investire adeguatamente nell’elettrico, né quella di sottovalutare la concorrenza cinese (e, in parte, anche americana): per Landini, la responsabilità è del governo di centrodestra.

È necessario notare un piccolo cortocircuito nell’intervista a “Repubblica” del segretario generale: dopo aver accusato il Governo Meloni e il settore automotive di non aver puntato adeguatamente sull’elettrico (un punto discutibile), ora si richiede un intervento urgente per una transizione ecologica e un piano di sviluppo nazionale per rilanciare il settore. Non una parola, tuttavia, sulla controversia tra Stellantis e il Governo, sollevata da Meloni con una dura replica nei giorni scorsi da John Elkann, ex patron FIAT-FCA. Questo silenzio è evidente, dato che “Repubblica” appartiene al gruppo GEDI, controllato dallo stesso patron di Ferrari e Stellantis: Landini riesce così a criticare il settore e il Governo senza mai citare il gruppo che possiede il giornale che lo ospita. Questioni di opportunità, si potrebbe dire, ma non è questa la visione di Carlo Calenda, leader di Azione, che critica aspramente l’intervista al numero uno della CGIL: secondo lui, il problema con Stellantis è esattamente l’opposto di quanto afferma Landini, «L’elettrico è troppo costoso, non si vende e la transizione è stata gestita male e con precipitazione». Inoltre, il mancato riferimento a Elkann o a Stellantis su “Repubblica” sta diventando una consuetudine per il segretario della CGIL, conclude Calenda: «da quando hanno acquisito Repubblica, lo intervistano frequentemente».

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