Grandi ambizioni nel cuore della Cina
Nella provincia di Hebei, Xiong’an incarna uno dei più ambiziosi progetti di sviluppo urbano della Cina moderna. Lanciata sette anni fa con un investimento faraonico di 86 miliardi di euro, questa nuova città doveva essere la soluzione miracolosa per alleviare la congestione di Pechino. Situata in una regione di oltre 74 milioni di abitanti, Xiong’an prometteva un nuovo modello di sviluppo urbano che combinava modernità e qualità della vita.
Un paradiso ecologico su carta
A differenza delle tradizionali megalopoli cinesi, Xiong’an è stata progettata come città verde e sostenibile. Con il 70% del suo territorio dedicato a spazi verdi, laghi e piste ciclabili, la città si distingue per l’assenza di grattacieli.
I progettisti hanno privilegiato uno sviluppo orizzontale armonioso, creando un ambiente di vita teoricamente ideale per i futuri abitanti.
Infrastrutture moderne che suonano vuote
L’imponente infrastruttura di Xiong’an comprende tutto ciò che una città moderna può offrire: edifici residenziali, uffici ultramoderni, efficienti reti di trasporto pubblico, scuole e aree commerciali.
Eppure queste installazioni all’avanguardia riecheggiano in un silenzio assordante, in disperata attesa del loro pubblico.
Il paradosso demografico
Nonostante i colossali investimenti, la città fatica ad attrarre residenti. Con solo 1,2 milioni di residenti permanenti, Xiong’an assomiglia più a una città fantasma che alla metropoli dinamica immaginata dai suoi progettisti.
Le strade deserte e gli edifici vuoti testimoniano un fallimento urbanistico senza precedenti.
L’ombra persistente di Pechino
Secondo Richard Hu, un urbanista citato dal South China Morning Post, il principale ostacolo al successo di Xiong’an risiede nella sua percezione sociale. Passare da Pechino a Xiong’an è visto come un passo indietro dal punto di vista sociale, mentre il contrario è visto come un passo avanti.
La capitale continua a esercitare un’attrazione irresistibile grazie alle sue superiori opportunità professionali.
Conclusione
La storia di Xiong’an è un’illustrazione perfetta dei limiti dell’urbanizzazione forzata e ricorda che il successo di una città non si misura solo dall’entità degli investimenti. Come Forest City, un’altra città fantasma cinese costata 100 miliardi di dollari, Xiong’an sta diventando un simbolo degli eccessi di una pianificazione urbana scollegata dalle reali esigenze della popolazione.
Questo costoso esperimento dovrebbe servire da lezione per i futuri progetti di sviluppo urbano in Cina e altrove.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.