Le nuove disposizioni relative ai bonus mobili per il 2025 possono generare confusione in merito agli importi e alle procedure per l’applicazione delle detrazioni fiscali. Nel modulo 730, per esempio, si dovranno indicare le spese sostenute nel 2024, le quali potranno essere detratte al massimo per il 50% fino a una spesa non superiore a 8.000€.
Queste condizioni saranno valide solo per l’anno passato, poiché a partire dal 2025 il limite di spesa sarà ridotto a 5.000€, includendo anche i potenziali costi di montaggio e trasporto. Come avviene attualmente, il vantaggio sarà suddiviso in 10 rate annuali di pari importo.
Come accedere al bonus mobili 2025 nei modelli di dichiarazione dei redditi
Per fruire del bonus mobili 2025, è essenziale che la registrazione sia eseguita correttamente. L’incentivo è garantito solo a quei contribuenti che rispettano certi requisiti e che hanno acquistato grandi elettrodomestici o altri oggetti destinati a completare il nuovo arredamento.
Potrebbe essere considerato come un incentivo edilizio, uno dei pochi disponibili nel 2025, che offre una detrazione fiscale Irpef a condizione che il costo appropriato sia indicato nel modello dei Redditi delle Persone Fisiche o nel 730.
Per registrare adeguatamente le spese, il pagamento degli acquisti deve essere effettuato tramite carta di debito, credito o mediante bonifico bancario. Non sono ammessi altri metodi di pagamento, escludendo quindi il contante o l’assegno bancario.
Le normative per usufruire del beneficio
Il beneficio in questione è regolamentato dall’articolo 16 bis del TUIR, comma 1, che stabilisce le norme per accedere al bonus ristrutturazioni, ammettendo interventi classificabili come “straordinari”.
Un esempio è la sostituzione di una caldaia, che deve rientrare nell’articolo menzionato. Al contrario, la sostituzione di un impianto a pompa di calore con caldaie a condensazione non è inclusa, rientrando piuttosto nell’Ecobonus.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.