Il bonus mamme, come molte altre iniziative, potrebbe subire significative riduzioni. Nonostante l’intenzione del Governo di sostenere le categorie più vulnerabili, sorge il concreto rischio che le risorse finanziarie non siano sufficienti.
L’approccio del governo potrebbe prevedere l’introduzione di un numero minimo di figli necessari per beneficiare del sostegno. Di conseguenza, non si prevede una cancellazione dell’agevolazione fiscale, ma piuttosto una limitazione del numero di beneficiarie.
Prospettive per il bonus mamme nel 2025
Il bonus mamme sarà incluso anche nella Manovra 2025, prevedendo una decontribuzione fino a un massimo di 3.000€ all’anno, mirando a promuovere nuove nascite e a contrastare la crescente disoccupazione femminile.
Il problema demografico influisce non solo sul sistema pensionistico, ma anche sul mercato del lavoro. Per affrontare questa sfida, il governo italiano sta intervenendo su più fronti. Recentemente, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha rilasciato dichiarazioni a Radio24:
Il governo ha intenzione di incentivare le madri lavoratrici e sostenere la natalità, quindi queste misure non saranno eliminate.
Il problema rimane sempre quello delle limitate risorse finanziarie. Nel 2024 l’esenzione completa dei contributi previdenziali sarà assicurata anche alle madri lavoratrici con due figli, ma dal 2025 si richiederà un minimo di tre figli per poter beneficiare di tale esonero.
Le madri che non beneficeranno del bonus
Un’altra questione riguarda l’esclusione di certe categorie di madri lavoratrici. Infatti, il bonus non è disponibile per le donne (a prescindere dal numero di figli) che lavorano come libere professioniste, collaboratrici domestiche e parasubordinate.
Si aggiunge anche la penalizzazione Irpef. Alcune madri lavoratrici preferiscono rinunciare al bonus per evitare un aumento dell’imponibile e un conseguente ingresso in una fascia di tassazione superiore.
Il bonus mamme previsto nella Manovra 2025 si prospetta complicato e anche restrittivo, dato che non sarà neanche compatibile con la riduzione del cuneo fiscale. È difficile immaginare che il governo possa trovare una soluzione rapida e efficace in così breve tempo.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.