Le auto ibride di Toyota hanno permesso al produttore giapponese di ottenere nel 2024 il riconoscimento come “leader mondiale nell’industria automobilistica“, un titolo che detiene da cinque anni, grazie al suo ruolo pionieristico nel settore delle auto ibride.
Il successo di vendita è stato particolarmente notevole in Nord America e in Europa, dove Toyota ha superato le difficoltà incontrate in Cina, dove la concorrenza intensa ha rallentato le vendite.
Toyota e le ibride al top nel 2024
Nel 2024, le vendite e i volumi delle auto ibride Toyota hanno raggiunto posizioni di vertice. L’aumento della domanda in Europa e Nord America ha assicurato il mantenimento del titolo di “miglior produttore automobilistico a livello globale“, un primato che Toyota detiene da cinque anni consecutivi.
La principale sfida per Toyota è stata nel mercato asiatico. La strategia adottata in Cina sembra essere efficace, e l’intensa concorrenza, abbinata a prezzi competitivi, sta minacciando gli altri costruttori di veicoli.
L’anno scorso, le vendite totali di Toyota hanno raggiunto quasi 11 milioni di ibride, includendo i risultati ottenuti insieme a Daihatsu (produttore di minicar) e Hino Motors (produttore di camion).
Stop alla produzione della Yaris Cross
Le vendite individuali di Toyota non riflettono completamente il suo successo, dato che nel 2024 la produzione è stata inferiore di 9 milioni e mezzo di auto, con un calo del 5,1%. Questa riduzione è stata aggravata da uno scandalo che ha colpito l’azienda l’anno precedente.
Lo scandalo riguardava la certificazione di sicurezza di alcuni modelli di auto, per cui Toyota ha ammesso di non avere rispettato le normative necessarie per un corretto controllo dei test.
La situazione è stata complicata ulteriormente dalla sospensione della produzione di alcuni modelli, come ad esempio la Yaris Cross, la cui produzione è stata interrotta a causa di problemi di omologazione.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.