Tremonti shock: “Auto Ue suicidio”, chiama Trump per patto dazi!

Giulio Tremonti, in un’intervista rilasciata a La Stampa seguita alla vittoria di Trump nelle elezioni statunitensi, ha discusso le possibili nuove direzioni economiche seguite dall’introduzione di politiche dal presidente eletto, focalizzandosi in particolare sui pericoli per l’Europa derivanti dall’imposizione di dazi, che potrebbero peggiorare la crisi industriale già in atto, specialmente nel settore automobilistico. Tremonti ha subito chiarito che l’era Trump segnerà il termine della globalizzazione, un processo già avviato durante il primo mandato e che ora potrebbe intensificarsi ulteriormente.



Le future azioni potrebbero includere ulteriori penalità sui prodotti europei, mentre le aziende statunitensi potrebbero beneficiare di incentivi fiscali, esenzioni sugli utili e rimpatrio di capitali. Per quanto riguarda il made in Italy, secondo Tremonti è troppo presto per identificare i prodotti che risentiranno maggiormente di queste misure, dato che sarà cruciale l’esito delle negoziazioni tra Bruxelles e Washington, un processo “enorme” che dovrebbe condurre a un accordo essenziale per definire l’entità dei dazi.



Tremonti: “L’Europa non investe abbastanza in difesa comune, sarebbe opportuno valutare il ritorno alla leva obbligatoria in Italia”

Tremonti esamina la difficile situazione dell’Europa non solo dal punto di vista economico ma anche geopolitico. Da un lato, vi è la crisi del settore automobilistico europeo che ha ceduto terreno alla Cina: “Si è suicidato a favore della Cina“, portando a una dinamica inversa rispetto al passato, quando le auto tedesche erano assemblate in Cina da lavoratori cinesi, mentre ora, come osserva l’ex ministro: “Le auto cinesi saranno assemblate in Germania da lavoratori europei, se saranno assunti“. Dall’altro, vi è la questione della minaccia di un conflitto con la Russia, per cui l’Europa non è ancora preparata.

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È da vent’anni che in Europa non investiamo a sufficienza nella difesa comune“, afferma Tremonti, sottolineando che ora più che mai è essenziale, soprattutto dopo la fine di un’era caratterizzata da energia a basso costo dalla Russia, esportazioni verso la Cina e sostegno americano alla difesa. Oggi, suggerisce l’esperto, sarebbe prudente considerare seriamente il reintegro del servizio militare obbligatorio in Italia, non solo per il suo valore sociale, ma anche perché potrebbe contribuire a “rinforzare un nuovo senso di unità nazionale“.

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