Il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha espresso preoccupazione riguardo alla persistente debolezza dell’economia europea, sottolineando che “la ripresa, che ci si aspettava fosse sostenuta dai consumi, non si è verificata”. In tale contesto, potrebbe sembrare logico accelerare l’allentamento della politica monetaria. Tuttavia, secondo Isabel Schnabel, membro del Consiglio esecutivo dell’Eurotower, “stiamo raggiungendo un punto in cui potrebbe essere necessario considerare una pausa o interrompere la riduzione dei tassi di interesse”, dato che “l’inflazione nel settore dei servizi e la crescita dei salari rimangono su livelli eccessivamente elevati”. Abbiamo richiesto un’opinione a Nicola Rossi, ex Professore di Economia all’Università di Roma Tor Vergata.
Per quale motivo, secondo lei, non si è verificata la ripresa dei consumi prevista dalla BCE?
Ritengo che molto possa essere attribuito all’alto livello di incertezza che attualmente ci circonda, il quale sta spingendo le famiglie a adottare un approccio cauto nelle loro decisioni di spesa.
La BCE dovrebbe quindi procedere con cautela nella gestione dei tassi di interesse nei mesi a venire?
Ero già di questa opinione nei mesi scorsi e lo sono ancora oggi. Come osserviamo, i processi di riduzione dell’inflazione non sono uniformi e talvolta subiscono interruzioni inaspettate. In un contesto del genere, credo che la cautela sia necessaria, specialmente considerando la situazione internazionale. L’obiettivo principale deve rimanere quello di riportare l’inflazione al livello desiderato, e questo richiede un approccio prudente in termini di politica monetaria.
Si parla di un possibile riesame delle regole fiscali europee, sia per quanto riguarda la spesa per la difesa, come annunciato da Ursula von der Leyen, sia per i parametri generali come il rapporto deficit/PIL, proposto da Emmanuel Macron. Qual è la sua opinione in proposito?
Il dibattito sulla revisione delle regole di governance fiscale mi sembra ironico, dato che di fatto le regole sono state modificate continuamente. L’architettura originale è estremamente complessa e inevitabilmente si scontra con la realtà quotidiana. Si sarebbe dovuta adottare una strategia basata su poche regole molto semplici. Invece, si è scelto un percorso più complesso che ci costringe a riscrivere continuamente le regole.
I criteri di Maastricht sono semplici di per sé…
Sì, ma su di essi si è edificata una struttura complessa. Limitandoci ai soli criteri di Maastricht, che in generale hanno funzionato bene, avremmo evitato molte discussioni e burocrazia e forse oggi non saremmo costretti a ridiscutere continuamente le regole.
Andrebbero aggiornati questi parametri?
Il limite del 3% del PIL per il deficit è ragionevole, dato che la spesa per investimenti nell’Eurozona negli ultimi anni si è aggirata intorno a questa cifra. Il tetto del 60% del PIL per il debito pubblico non aveva molto senso ed è stato raramente considerato seriamente. Potrebbe essere pertanto opportuno rivederlo.
La prossima settimana la Commissione Europea presenterà il Clean Industrial Deal, che includerà una proposta per semplificare le regole sugli aiuti di Stato per potenziare la produzione di energia pulita. Cosa ne pensa?
Gli aiuti di stato sono stati evitati per anni e, francamente, i risultati non sono sempre stati positivi. Senza conoscere i dettagli della proposta della Commissione, è difficile esprimere un’opinione definitiva. Tuttavia, credo che se Bruxelles riducesse la quantità di piani proposti, questo rappresenterebbe già un significativo passo avanti.
(Lorenzo Torrisi)
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.