Nonostante la BCE prosegua nella sua politica di abbattimento dei tassi d’interesse, i mutui rimangono relativamente “costosi” e mostrano una tendenza all’aumento. L’analisi presentata da Il Sole 24 Ore si basa su previsioni a medio e lungo termine, con un previsto incremento dei consumi fino al 2030.
Pur potendo apparire come un sogno irrealizzabile, esiste una spiegazione economica dietro questo fenomeno. Quando la Banca Centrale Europea procede al taglio dei tassi d’interesse, l’impatto di tale decisione si manifesta con un certo ritardo, non essendo immediatamente percepibile al momento dell’annuncio.
BCE riduce i tassi, ma i mutui salgono
Il processo che regola l’impatto dei tassi di interesse della BCE sui mutui è intrinsecamente tecnico. Una riduzione percentuale dei tassi mostra effetti con un “ritardo”, quindi le modifiche non sono riflettute istantaneamente.
Questa dinamica si verifica indipendentemente dalla località: da Torino a Milano, da Palermo a Roma. Il blog della Banca Centrale Europea chiarisce che i processi sono sequenziali: mentre alcuni mutuatari si avvicinano alla conclusione dei loro prestiti, contratti anni fa a tassi quasi nulli, i nuovi mutuatari subiscono le “conseguenze economiche” attuali.
Un esempio è la situazione corrente: nonostante la riduzione dei tassi, i veri effetti si manifesteranno nel lungo termine, mentre attualmente le proiezioni percentuali mostrano un trend ascendente, che si traduce in “aumenti sui mutui sottoscritti”.
Il report evidenzia un’altra criticità significativa: i primi a subire gli aumenti sono stati i mutuatari meno abbienti, specialmente quelli che nell’estate del 2022 hanno affrontato il primo rialzo ufficiale, dello 0,50%.
Alla ricerca delle migliori offerte
La firma di un mutuo – sia a tasso fisso che variabile – è oggi paragonabile a una “caccia alle occasioni“. Ad esempio, nel mese di aprile, molti aspiranti mutuatari hanno beneficiato della diminuzione degli indici Euribor e IRS, assicurandosi tassi d’interesse più vantaggiosi, che variano dal 2,54% al 2,60%.
Recentemente, MutuiOnline.it ha rilasciato un nuovo rapporto mensile, nel quale ha segnalato una leggera diminuzione dei tassi variabili, passando dal precedente 3,69% al corrente 3,29%.
In ogni caso, l’effetto BCE sui mutui continuerà a influenzare gli italiani nel principio di moderazione dei consumi, limitando il loro potere d’acquisto al fine di sostenere le rate mensili.
Articoli simili
- L’enigma dei tassi d’interesse della BCE: i mutuatari italiani sono davvero avvantaggiati?
- Mutui: la BCE abbassa ancora i tassi – Come cambieranno i rimborsi mensili nel 2025
- Tassi Mutui 2025: Scopri Quale Conviene Davvero!
- Taglio Tassi BCE: Risparmia fino a 120€ al Mese sul Tuo Mutuo!
- Mutuo 2024: 6 Motivi Allarmanti per i Mutuatari – Scoprili Ora!

Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.