USA-UK: Accordo Storico sui Dazi! Nuove Prospettive Anche per l’UE

Ieri, il presidente degli Stati Uniti e il primo ministro del Regno Unito hanno presentato una proposta preliminare per un accordo commerciale bilaterale. Questa proposta, ancora in fase di definizione, ha aperto nuove prospettive su un dialogo che era iniziato ad aprile con l’annuncio di nuovi dazi, ma che fino ad ora non aveva mostrato progressi significativi. Secondo le parole di Trump, “l’accordo è la prova che l’America, se trattata con rispetto e proposte concrete, è pronta a intraprendere relazioni commerciali”.



Anche se i dettagli dell’accordo non sono ancora stati finalizzati, alcune linee guida sono già state stabilite. Gli Stati Uniti ridurranno i dazi su acciaio, alluminio e automobili britanniche, mentre in cambio otterranno un accesso più ampio al mercato britannico, soprattutto per i prodotti agricoli americani. Un elemento dell’accordo prevede anche l’acquisto, presumibilmente da parte di British Airways, di aeromobili Boeing per un valore di dieci miliardi di dollari. L’amministrazione americana ha inoltre promesso un “trattamento preferenziale” per qualsiasi altro settore su cui Trump deciderà di imporre nuove tariffe.



Molti hanno osservato che l’annuncio di ieri non è di per sé rivoluzionario. Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno una lunga storia di relazioni speciali e il Regno Unito esporta verso gli Stati Uniti un volume di beni pari a un nono di quello esportato verso l’Unione Europea. Se questo accordo iniziale richiederà altre settimane di lavoro per essere completato, è probabile che per altri accordi servirà ancora più tempo.

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L’ottica dell’amministrazione Trump è diversa; l’annuncio di ieri indica una strada possibile anche per altri partner commerciali, sia alleati che non. Gli Stati Uniti non si pongono come nemici a priori, ma cercano relazioni commerciali reciprocamente vantaggiose.



La volatilità finanziaria e i cali dei mercati delle prime settimane di aprile sono stati influenzati anche dalla percezione di un approccio inflessibile dell’America, che sembrava voler imporre condizioni troppo severe. Tuttavia, l’embargo sulla Cina è stato mitigato escludendo dalle sanzioni i settori più critici per l’economia; ciò permette di guadagnare tempo, il che è positivo. Per gli altri paesi si apre la possibilità di negoziare accordi meno punitivi e più equilibrati.

Questo è il quadro che emerge, almeno a breve termine, dagli eventi di ieri. Gli investitori potrebbero mettere da parte gli scenari più negativi e considerare una situazione molto meno traumatica rispetto a quella dell’inizio di aprile. Questa nuova fase, tuttavia, potrà durare solo se seguiranno altri accordi con partner di maggiore importanza commerciale.

In conclusione, l’America si mostra disponibile a fare affari con tutti, eccetto che con la Cina. Con il gigante asiatico, l’unica opzione rimane quella di evitare le conseguenze più gravi e guadagnare tempo per un inevitabile disaccoppiamento. Accordi come quello di ieri con partner di maggiore rilievo, inclusa l’Europa, al momento non sembrano imminenti; tuttavia, ora si presenta una prospettiva che un mese fa sembrava impensabile.

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