L’incubo di un’identità rubata
A soli 22 anni, Saïd vive un incubo amministrativo da quando, quattro anni fa, ha perso la carta d’identità su un autobus di Lione. Questo semplice incidente si è trasformato in una spirale negativa: un truffatore sta ora utilizzando i suoi dati personali durante i controlli sui treni SNCF, generando una valanga di multe a suo nome. “Ogni riga che vedete è una multa per me”, ha spiegato disperato a BFM TV Lyon, documento alla mano. “Sono viaggi in treno, sempre gli stessi, verso città in cui non sono mai stato. Digione, per esempio”. Questa bizzarra situazione è una perfetta illustrazione della vulnerabilità dei cittadini al furto di identità e dell’inerzia amministrativa che ne può derivare.
Un debito colossale per viaggi mai fatti
Il danno economico è notevole: l’erario chiede ora al giovane più di 11.000 euro. Queste multe, che spesso vengono aumentate in caso di mancato pagamento immediato, si accumulano inesorabilmente, creando un debito mostruoso per una persona che non ha commesso alcun reato.
La situazione è resa ancora più spaventosa dal fatto che i biglietti si riferiscono sistematicamente a viaggi ferroviari regionali che Saïd non ha mai fatto. Questa somma astronomica, richiesta a un giovane adulto all’inizio della sua vita lavorativa, sottolinea le devastanti conseguenze finanziarie che può avere la semplice perdita dei documenti d’identità.
Il percorso ad ostacoli della protesta
Ogni volta che riceve una multa, Saïd deve affrontare un processo kafkiano di contestazione. “Per ogni multa devo presentare un reclamo, scrivere una lettera e giustificare perché non sono stato io. Stavo lavorando? Ho un foglio di presenza al lavoro che lo giustifichi?”, si lamenta. Questa burocrazia estenuante lo costringe a dimostrare costantemente la sua innocenza, invertendo il principio fondamentale della presunzione di innocenza.
Ogni nuovo biglietto rappresenta ore di procedure amministrative, lettere raccomandate e documenti di supporto da fornire, senza alcuna garanzia di successo. Un notevole carico psicologico e di tempo per una vittima che non ha fatto nulla di male.
Detrazioni dallo stipendio che indeboliscono la sua situazione finanziaria
Di fronte all’impossibilità di contestare efficacemente tutte le multe e di rifiutarsi legittimamente di pagare per reati che non ha commesso, Saïd si vede ora detrarre il salario. “Se mi detraggono 300 euro dal salario, passo la maggior parte del mio tempo a lavorare per niente”, afferma infastidito.
Questa detrazione mensile, che potenzialmente rappresenta una parte significativa del suo reddito, compromette la sua stabilità finanziaria e la sua capacità di soddisfare i bisogni primari. È un doppio colpo per una vittima che ha già sopportato anni di battaglie amministrative.
L’inerzia di SNCF di fronte a una situazione denunciata
Nonostante i numerosi reclami al servizio clienti della SNCF, non è stata adottata alcuna soluzione definitiva per porre fine a questa situazione assurda. Saïd ha suggerito alcune semplici misure: “Ho chiesto se non potessero inserire un piccolo avviso nel loro software per essere vigili e chiedere un secondo documento d’identità, anche se si tratta solo di una carta Vitale o di un altro documento”.
La risposta, tanto concisa quanto spaventosa, è stata una perfetta illustrazione dell’inflessibilità burocratica: “Mi hanno detto di no, che sarebbe rimasto tutto com’era”. Questo rifiuto di adattarsi perpetua la situazione e lascia la vittima in un vicolo cieco.
Conclusione
Dopo un lungo procedimento legale, Saïd dovrebbe finalmente essere rimborsato di tutte le multe indebitamente riscosse. Tuttavia, questa risoluzione non risolve il problema fondamentale: finché il suo imitatore continuerà a sfruttare la sua identità, l’incubo rischia di ripetersi.
Questo caso mette in evidenza le falle di un sistema che fatica a fornire una protezione efficace alle vittime del furto d’identità e, ironia della sorte, le punisce economicamente. Evidenzia l’urgente necessità per le autorità pubbliche e per le aziende di trasporto di adattare le proprie procedure per individuare meglio le frodi di identità e proteggere i cittadini onesti che si trovano coinvolti negli spietati ingranaggi della macchina amministrativa.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.