Un accumulo di multe inspiegabili
Una residente di Verneuil-sur-Vienne sta vivendo un vero incubo amministrativo da due anni. Méline, 18 anni, si trova ad affrontare una situazione kafkiana: la SNCF le chiede la somma astronomica di 21.699 euro per una trentina di multe legate a viaggi che afferma di non aver mai effettuato. Queste contravvenzioni, inizialmente per mancata presentazione del titolo di viaggio, si sono moltiplicate e maggiorate in assenza di pagamento.
Gli indizi di un’evidente usurpazione
Diversi elementi indicano un furto d’identità. Méline ha in particolare notato che la data di nascita che figura sulle multe non corrisponde alla sua.
I tragitti in questione hanno tutti un punto in comune: sono sistematicamente collegati alla stazione di Limoges, sia in partenza che in arrivo. La giovane donna ha potuto dimostrare la sua assenza su questi treni in ciascuna delle dieci denunce presentate.
Una battaglia amministrativa complessa
Di fronte a questa situazione, Méline si scontra con la rigidità amministrativa della SNCF. Sebbene la compagnia ferroviaria affermi di aver richiesto documenti giustificativi via email a luglio, la giovane donna nega di aver ricevuto questa comunicazione.
Solo dopo la mediatizzazione della sua storia nella stampa locale, la SNCF ha finalmente ripreso contatto con lei, chiedendo questa volta la sua prima denuncia e le prove dei suoi alibi.
Un fenomeno in espansione
Il caso ha avuto uno sviluppo inaspettato dopo la sua pubblicazione su Le Populaire du Centre. Un’altra vittima si è fatta avanti, rivelando di aver subito un danno simile. Quest’ultima ha visto 6000 euro prelevati dai suoi conti per viaggi che non ha mai effettuato, nonostante l’invio di attestazioni che provavano la sua innocenza.
Fatto inquietante: i truffatori utilizzano anche tragitti collegati a Limoges, suggerendo la possibile esistenza di una rete organizzata che opera nella regione.
Conclusione
Questo caso mette in luce le falle nel sistema di controllo dell’identità nei trasporti e la difficoltà per le vittime di furto d’identità di far valere i propri diritti.
Sottolinea inoltre l’importanza di una reazione rapida delle aziende di fronte a queste situazioni e la necessità di mettere in atto procedure più efficaci per proteggere gli utenti.
La mediatizzazione appare spesso come un’ultima risorsa per smuovere le acque, ma non dovrebbe essere necessaria per risolvere questo tipo di controversie. Questa storia ricorda che il furto d’identità rimane una piaga molto reale, capace di sconvolgere durevolmente la vita dei cittadini comuni.
Articoli simili
- 300 detrazioni dallo stipendio ogni mese: la terribile storia di una vittima di furto d’identità
- Studentessa multata per oltre 2.000 euro nonostante non abbia mai preso il treno in vita sua
- “Il fisco mi ha lasciato 500 euro per sopravvivere”: vittima di furto d’identità, viene multato per 300.000 euro
- Riceve una multa di 300.000 euro anche se non ha l’auto: apre la posta e scopre che 400 veicoli sono a suo nome
- “È un incubo…”: Un insegnante riceve 300.000 euro di multe per 400 veicoli non di sua proprietà, tutti causati da carte scartate

Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.