Riceve una multa di 300.000 euro anche se non ha l’auto: apre la posta e scopre che 400 veicoli sono a suo nome

Identità rubata, fattura astronomica

In un caso incredibile, un insegnante dell’Hauts-de-Seine si è trovato al centro di un incubo amministrativo dopo essere stato vittima di un furto d’identità. Senza possedere un solo veicolo, ha ricevuto multe per un totale di oltre 300.000 euro. Questa situazione kafkiana, iniziata sei anni fa, evidenzia le preoccupanti falle del sistema di immatricolazione francese.

Lo stratagemma svelato

Il caso è nato in seguito a una lettera della prefettura di Lille che chiedeva all’insegnante di giustificare transazioni automobilistiche di cui non sapeva nulla. Le indagini hanno rivelato che un truffatore aveva creato una società di compravendita di auto nel nord della Francia, registrando ogni giorno decine di veicoli a nome della vittima.

Ogni infrazione commessa da questi 400 veicoli fantasma veniva automaticamente attribuita all’insegnante.

Conseguenze drammatiche

Le ripercussioni finanziarie sono state devastanti per la vittima. Il Tesoro le ha pignorato lo stipendio due volte, lasciandole solo 500 euro per vivere. Questa situazione ha comportato un notevole stress e infinite procedure amministrative per dimostrare la sua innocenza. L’impatto sulla sua vita quotidiana è stato particolarmente duro.

Difetti del sistema sotto i riflettori

Nella sua testimonianza al quotidiano Le Monde del dicembre 2024, l’insegnante ha denunciato la responsabilità dello Stato. Il furto d’identità sarebbe stato facilitato dal recupero di documenti personali dai cassonetti delle agenzie immobiliari.

Peggio ancora, le carenze del sistema di immatricolazione dei veicoli (Système d’Immatriculation des Véhicules – SIV), la cui semi-privatizzazione è stata messa in discussione, hanno reso impossibile individuare questa frode massiccia.

Giustizia a metà

Sebbene il furto d’identità sia stato riconosciuto e le multe annullate, il risarcimento concesso dai tribunali sembra irrisorio.

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Lo Stato è stato condannato a pagare un risarcimento di 3.000 euro, somma che la vittima ritiene insufficiente in considerazione delle spese legali sostenute e del danno morale subito.

Conclusione

Questo caso rivela le pericolose falle del nostro sistema amministrativo e la vulnerabilità dei cittadini al furto di identità. Sottolinea l’urgente necessità di rafforzare i controlli sul SIV e di proteggere meglio i dati personali. Per le vittime, la battaglia legale e amministrativa rimane lunga e costosa, con un risarcimento spesso inadeguato all’entità dei danni subiti.

Fonte: MidiLibre

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