L’incubo del furto d’identità
La dematerializzazione delle procedure di immatricolazione, introdotta nel 2017, ha aperto la strada a una nuova forma di truffa particolarmente perniciosa. Sempre più automobilisti scoprono con orrore che la loro targa è stata rubata, esponendoli a multe per infrazioni mai commesse. Questa pratica fraudolenta è cresciuta notevolmente dopo la fine delle procedure presso la prefettura, trasformando la vita di alcuni proprietari di auto in un vero e proprio calvario amministrativo.
Un sistema vulnerabile alle frodi
I professionisti dell’auto, come le officine e i concessionari, hanno un accesso privilegiato al database nazionale delle immatricolazioni. In teoria, questo sistema avrebbe dovuto semplificare le procedure. In pratica, è diventato una scappatoia sfruttata dai truffatori. In pochi minuti è possibile creare una nuova immatricolazione di un veicolo.
Purtroppo, questa facilità di accesso ha aperto la porta a molti abusi, tra cui l’immatricolazione di veicoli senza revisione o a nome di terzi non consenzienti.
Il lucroso business dei social network
Sui siti di social network, i truffatori offrono apertamente i loro servizi illegali. Per circa 150 euro, promettono di “far sparire le multe” manipolando il sistema di immatricolazione dei veicoli. Questa pratica fraudolenta consiste nel trasferire le infrazioni sull’identità di una persona innocente, creando una serie di problemi alla vittima.
I truffatori utilizzano tecniche sofisticate, tra cui la creazione di società fittizie per moltiplicare le registrazioni fraudolente.
Il caso di Igor: un debito astronomico
La storia di Igor illustra perfettamente la portata di questa truffa. Vittima di un furto d’identità, deve pagare più di 500.000 euro di multe accumulate in tre anni. Le infrazioni riguardano l’eccesso di velocità, il parcheggio illegale e persino l’omissione di soccorso, commessi da diversi veicoli registrati in modo fraudolento a suo nome.
Questa situazione lo ha costretto a svuotare sistematicamente il suo conto in banca per paura di sequestri amministrativi.
La risposta delle autorità
Di fronte alle dimensioni del fenomeno, con 22.000 denunce registrate nel 2022 secondo l’associazione 40 millions d’automobilistes, le autorità stanno iniziando a reagire.
Il Ministero dell’Interno ha intensificato i controlli, portando alla revoca dell’autorizzazione del 10% dei professionisti nel 2024 per sospetto di frode. I truffatori identificati rischiano fino a sette anni di carcere.
Conclusione
La frode delle targhe è diventata una vera e propria piaga sociale, che mette in evidenza le vulnerabilità del sistema dematerializzato.
Mentre le autorità cercano di intensificare i controlli, le vittime continuano a subire le conseguenze disastrose di queste frodi. È urgente ripensare la sicurezza el sistema di immatricolazione per proteggere efficacemente gli automobilisti da queste truffe sempre più sofisticate.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.