Il contesto economico tedesco nei primi anni del XXI secolo
All’inizio del XXI secolo, la Germania ha registrato una crescita annuale del 2%, raggiungendo nel 2019 il 21,3% del PIL dell’Europa a 28. Con l’avvenuta Brexit nel 2020, l’economia tedesca ha rafforzato ulteriormente il suo ruolo guida, incrementando la sua quota al 25,5% del PIL dell’Unione a 27. Tuttavia, diversi fattori come la pandemia, la cessazione delle relazioni commerciali con la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, la crisi energetica, le sfide nella transizione verso la mobilità elettrica e la crescita rallentata della Cina hanno portato l’economia tedesca in una fase di stagnazione prolungata.
La stagnazione dell’economia tedesca
Il periodo tra il 2019 e il 2023 ha visto la Germania, seconda solo alla Finlandia, registrare la più bassa crescita del PIL tra i paesi dell’Unione Europea, con un incremento di soli 0,5 punti percentuali in quattro anni, rispetto al +5,1% degli altri 26 paesi dell’UE. Le politiche economiche adottate non sono riuscite a invertire questa tendenza, con la più severa restrizione monetaria nella storia dell’euro e una politica fiscale del governo tedesco eccessivamente cauta.
Il gigante addormentato d’Europa
Nonostante le aspettative, l’economia tedesca continua a stagnare anche nel 2024. Le ultime previsioni del governo tedesco, pubblicate il 9 ottobre, indicano una contrazione dello 0,2% del PIL per quest’anno, seguita da un calo dello 0,3% l’anno precedente. Si prevede una ripresa solo nel 2025, con una crescita del PIL tedesco stimata all’1,1%.
Ci sono molteplici fattori che limitano la crescita dell’economia tedesca. Si nota una scarsa accumulazione di capitale sia privato che pubblico, che impatta negativamente sull’innovazione e sulla doppia transizione, digitale e verde, minando le infrastrutture e l’efficienza della pubblica amministrazione.
Investimenti e impatti dell’energia
Le previsioni della Commissione Europea per il 2024 indicano un calo degli investimenti in Germania del 1,0%, mentre nel resto dell’UE si registra una sostanziale stabilità (+0,3%). Già prima della pandemia, dal 2015 al 2019, la crescita media degli investimenti in Germania (+2,6%) era inferiore alla media dell’UE (+4,5%). Inoltre, la quota di investimenti pubblici sul PIL nel 2024 in Germania è del 2,8%, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla media UE del 3,6%.
La bassa propensione agli investimenti pubblici si riflette sulla qualità dei servizi, con un ritardo nella digitalizzazione delle interazioni tra pubblica amministrazione e cittadini. Secondo Eurostat, nel 2023 solo il 40,1% dei cittadini tedeschi interagiva online con la pubblica amministrazione, ben tredici punti percentuali in meno rispetto alla media UE del 54,3%.
La crisi dell’auto e il rallentamento cinese
La crisi del settore automobilistico e le incertezze nella transizione verso la mobilità elettrica hanno reso la manifattura tedesca particolarmente vulnerabile. In Germania, il settore automobilistico rappresenta il 15,4% del valore della produzione manifatturiera, il doppio della media europea, e impiega oltre la metà degli addetti del settore in tutta l’Unione Europea.
La riduzione della crescita economica in Cina ha inoltre frenato la domanda di prodotti tedeschi. Nel 2024, la crescita del PIL cinese è prevista scendere sotto il cinque per cento (+4,9%), con ulteriori riduzioni attese per l’anno successivo (+4,5%). Questi tassi di crescita sono i più bassi registrati dal 1990. Nel 2024, le esportazioni tedesche verso la Cina hanno subito un calo del 2,8%, dopo il crollo dell’8,9% del 2023.
Impatto sulla stagnazione tedesca e sulle esportazioni italiane
La Germania rappresenta il principale mercato per le esportazioni italiane, con un valore di 72,2 miliardi di euro nel 2024, pari all’11,5% del totale del made in Italy venduto nel mondo. Tuttavia, nei primi sette mesi del 2024, le esportazioni italiane in Germania sono diminuite del 5,4%, mentre nel resto del mondo sono aumentate dello 0,8%. Durante l’anno, le imprese italiane hanno perso circa 12 milioni di euro al giorno di vendite sul mercato tedesco.
Nel complesso, l’economia tedesca affronta sfide significative che influenzano non solo la sua crescita interna ma anche il commercio estero, in particolare con l’Italia.
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![Alessandro Conti](https://www.compliancejournal.it/wp-content/uploads/2024/09/AlessandroConti.jpg)
Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.