John Elkann, Presidente di Stellantis, ha tenuto un incontro con Donald Trump presso la Casa Bianca il 1° aprile.
Il 2 aprile, Marco Tronchetti ha annunciato l’avvio di trattative con il partner cinese per stabilire una governance di Pirelli in linea con le regolazioni statunitensi, oltre a discutere l’espansione della capacità produttiva a Atlanta.
Emanuele Orsini di Confindustria ha espresso la necessità di una risposta unitaria dell’Unione Europea ai dazi, proponendo un piano focalizzato su industria e occupazione, datato 3 aprile.
Vittorio Cino di Centromarca ha sottolineato il 3 aprile l’importanza di evitare una guerra tariffaria.
Le notizie delle ultime cento ore, che seguono la pubblicazione del “manifesto dei dazi” da parte della Casa Bianca, confermano l’unione del settore manifatturiero italiano, il secondo più grande in Europa, nel respingere per l’Unione Europea l’approccio di ritorsione tariffaria. La posizione decisa del leader di una delle principali dinastie industriali italiane indica chiaramente un favore verso un dialogo geoeconomico con Washington, nell’ambito dell’alleanza transatlantica euroamericana, formata dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’approccio adottato sembra rispondere alla struttura della “diplomazia transazionale” tipica dell’amministrazione Trump, seppur con una tattica più assertiva. I dazi imposti a Messico e Canada, gestiti inizialmente con una certa flessibilità, miravano a controllare l’immigrazione dall’America centrale e a permettere agli USA di posizionarsi strategicamente sul nuovo scenario artico. Le richieste degli Stati Uniti ai paesi europei sono chiare: terminare le politiche restrittive dell’Antitrust europeo contro le grandi aziende tecnologiche e aumentare il contributo finanziario e militare alla NATO, che idealmente dovrebbe beneficiare degli impegni europei preannunciati per il riarmo.
Una risposta mediatica immediata e decisa sembra inevitabile per l’Europa, con la Germania che partecipa attivamente al dibattito in un momento di transizione politica dal governo rossoverde al nuovo esecutivo guidato da Friedrich Merz (Ppe/Cdu).
Aspettando che si sviluppi la situazione geopolitica – parallelamente alla negoziazione per il cessate il fuoco nel conflitto russo-ucraino – le uniche voci italiane chiaramente a favore di una controffensiva atlantica, o di una “guerra dei dazi”, sono quelle istituzionali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Romano Prodi, ex Presidente della Commissione UE, da lungo tempo impegnato nella promozione di relazioni politiche, commerciali e culturali tra Europa e Cina.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.