Ho l’abitudine di consultare quotidianamente la stampa internazionale, con una predilezione per il Financial Times. In particolare, ogni giovedì, giorno dedicato agli annunci della BCE, le colonne del giornale si rivelano di grande interesse. Questa volta, il pezzo di Robert Armstrong sotto la rubrica Opinion ha catturato la mia attenzione. Per la prestigiosa testata londinese, sembra ancora troppo audace rivelare apertamente alcune verità.
Il titolo dell’articolo era provocatorio: Se sei così felice, perché compri così tanto oro? Una domanda molto acuta, specialmente in un giorno in cui la BCE ha ridotto nuovamente i tassi di interesse, una mossa apparentemente superflua e quasi in cerca di un “incidente controllato” entro la fine dell’anno, un effetto opposto a quello di Trichet. Mi spingo a dirlo qui e ora: stampate questo articolo e conservatelo, ne discuteremo a Natale.
E infatti, dopo l’intervento della BCE, ecco che il prezzo dell’oro, espresso in euro, ha toccato un nuovo massimo storico. Analogamente, il prezzo ha superato i 2.700 dollari l’oncia per la prima volta. Ciò che importa qui è la correlazione evidente e l’imminente ascesa del prezzo del metallo prezioso.
Il sottotitolo dell’articolo di Armstrong era quasi profetico: Il rally che non si ferma. Nonostante tutte le interpretazioni economiche moderne, più affascinanti e ingannevoli, la realtà rimane una sola: l’oro è il vero barometro del rischio, inclusi i rischi inflazionistici. Se si prevede un aumento dei prezzi, si vendono i titoli di Stato a breve termine e si acquista oro. Guardate le recenti dinamiche di vendita dei T-Bills americani nei portafogli di investimento: movimenti massicci e record di valore. L’oro, nel frattempo, continua a salire e da Costco gli scaffali per i mini-lingotti sono perpetuamente vuoti.
Poi, attenzione. Alcuni potrebbero dirvi che certi indicatori sono obsoleti. I fautori del QE perpetuo potrebbero avere ragione, ma contemporaneamente applaudono a tassazioni esorbitanti sulle plusvalenze da Bitcoin. Quando il governo cerca disperatamente risorse, le strategie del vecchio Pentapartito tornano di moda e risultano sorprendentemente efficaci. E ricordate, non più tardi di due settimane fa, Christine Lagarde ha predetto un rialzo dell’inflazione nell’ultimo trimestre dell’anno. Quindi, un taglio di 25 punti base proprio alla vigilia di un’attesa impennata dei prezzi sembra poco prudente.
Non vediamo una recessione, ha affermato Lagarde. Allora perché questo rischio, se si teme un rialzo a fine anno e durante il periodo festivo? Forse dietro questo taglio c’è la stessa logica della recente mossa della Fed, che ha introdotto un taglio di 50 punti base per dare respiro ai mercati e alle banche, che nonostante annuncino profitti eccezionali, stanno facendo pressioni senza precedenti sulla BCE e l’EBA per diluire e posticipare le nuove normative su riserve e capitale precauzionale.
Questo ottimismo appare in contrasto con il crescente prezzo dell’oro. Forse perché non si può abbandonare il rally più ingannevole della storia proprio nel suo momento clou, quindi è necessario massimizzare le entrate dai trading desk, nonostante le sciocchezze sui mutui più accessibili e prestiti meno restrittivi? Svegliatevi. Non è necessario leggere il Financial Times. Basta fare un giro nella vostra filiale bancaria il 15 del mese e osservare.
Una grande incognita rimane sospesa sulle politiche della BCE. Il mercato sta prezzando una reazione molto moderata di Israele verso l’Iran, probabilmente non mirata a colpire gli impianti petroliferi o i siti nucleari. Inoltre, con le elezioni USA imminenti e il divario tra Kamala Harris e Donald Trump, siete davvero sicuri che non ci sarà una sorpresa di ottobre?
Infine, sembra che la Cina stia per iniettare una massiccia quantità di liquidità nel sistema, oltre 560 miliardi di dollari destinati a finanziare mutui su proprietà immobiliari incomplete. In altre parole, più debito per gonfiare ulteriormente la bolla immobiliare. Con il mercato azionario cinese che ha perso il 14% in meno di dieci giorni, siamo sicuri che la BCE abbia agito con saggezza, o è necessario creare un incidente prima che emergano tutti i problemi inaspettatamente dopo le elezioni USA? Probabilmente mi sbaglio. E le banche faranno i sacrifici per voi. State tranquilli. Nel frattempo, se incontrate Babbo Natale, salutatemelo.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.