Il trucco segreto di un informatico
“Damien” lavora segretamente per tre aziende diverse. Questo trentenne americano sfrutta il telelavoro per svolgere diversi lavori. Guadagna 350.000 euro all’anno nel settore informatico. Nessuno dei suoi datori di lavoro ne è a conoscenza. Questa pratica, nota come “sovraccarico di lavoro”, è in aumento negli Stati Uniti. Damien rimane tranquillo. È convinto di adempiere correttamente a tutti i suoi obblighi professionali. Business Insider lo ha intervistato a condizione di anonimato. Anche decine di altre persone “sovraccariche” hanno condiviso le loro esperienze con i media.
Una graduale ascesa finanziaria
Damien ha iniziato il suo doppio lavoro nel 2021. All’epoca guadagnava 82.000 dollari all’anno. Gli è stato offerto un nuovo lavoro a 100.000 euro. Ha deciso di mantenerli entrambi. Oggi, il suo lavoro principale paga 127.000 euro. Il suo secondo contratto paga 136.000 euro.
Ha appena accettato un terzo lavoro per altri 71.000 euro. Ma la sua ambizione non si ferma qui. Confessa che a volte ha interrotto questa pratica per prudenza. Il rischio sembrava troppo grande quando i suoi due datori di lavoro erano nello stesso settore.
Gestione quotidiana di più lavori
Damien lavora circa 40 ore alla settimana, nonostante abbia tre lavori. Il suo lavoro nel settore IT gli consente di avere del tempo libero, che sfrutta al massimo. Le riunioni simultanee sono talvolta un problema. La sua soluzione? Indossa due tipi di cuffie contemporaneamente.
AirPods in un orecchio. Le cuffie in-ear nell’altro. Prima del telelavoro, questo tipo di organizzazione sarebbe stata impossibile. La sua autodisciplina e la sua capacità di adattamento sono essenziali per il suo successo.
Vantaggi oltre lo stipendio
“Avevo così tanti soldi che non sapevo cosa farne”, racconta Damien. Sua moglie è riuscita a lasciare il lavoro. Ora si sta preparando per un cambiamento di carriera. La coppia acquista mobili di alta gamma. Vanno a mangiare fuori e viaggiano sempre di più.
Altre persone “sovraccariche” pagano i loro debiti o finanziano cure mediche. Per loro, i vantaggi superano di gran lunga i rischi. Questa facilità finanziaria elimina lo stress associato alle bollette. La libertà economica permette loro di fare scelte di vita che sarebbero impossibili con un solo stipendio.
Una pratica rischiosa ma accettata
Damien ha rischiato di essere scoperto durante gli incontri incrociati. Le persone dei suoi due datori di lavoro avrebbero potuto notarlo. “È stato un po’ troppo vicino per essere confortato”, ammette. Eppure persiste.
Sta persino pensando di aggiungere due contratti part-time. La sua filosofia è semplice: “Se posso farlo, perché no? La paura di essere scoperto rimane. Tuttavia, sta correndo questo rischio calcolato per il proprio guadagno finanziario.
Un’epoca passata di fedeltà professionale
Damien non prova “alcuna lealtà” nei confronti dei suoi datori di lavoro. Ritiene che nessuna azienda lo proteggerebbe in caso di crisi. Questo punto di vista riflette un cambiamento di mentalità sul posto di lavoro. Finché le offerte a distanza continueranno, Damien perseguirà la sua strategia lucrativa.
Così facendo, sfida le convenzioni tradizionali del mercato del lavoro. I recenti licenziamenti di massa nell’industria tecnologica rafforzano la sua opinione. A suo avviso, questa sfiducia nelle aziende giustifica la sua ricerca dell’indipendenza finanziaria.
Conclusione
Il caso di Damien mostra come il telelavoro stia trasformando il nostro rapporto con il lavoro. La sovraoccupazione solleva importanti questioni etiche. Rivela anche che alcuni lavori non sono realmente a tempo pieno. La fedeltà alle aziende si sta erodendo.
I lavoratori stanno adottando un approccio più imprenditoriale alle loro carriere. I datori di lavoro dovranno adattarsi a questa nuova realtà del lavoro a distanza. Le aziende potrebbero rivedere i loro metodi di supervisione. Il contratto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente viene ridefinito.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.