Un complemento, non una sostituzione
L’euro digitale è un progetto della Banca Centrale Europea per creare una versione elettronica della nostra moneta. Contrariamente alle voci che circolano sui social network, non sostituirà il contante ma lo integrerà. Infatti ha recentemente investito oltre 250 milioni di euro in una nuova stamperia di banconote a Vic-le-Comte, a dimostrazione del suo costante impegno nei confronti del contante.
Soldi pubblici e privati
L’obiettivo principale è offrire una forma digitale di “denaro pubblico” emesso direttamente dalla BCE.
Attualmente, solo le monete e le banconote sono considerate denaro pubblico, mentre il denaro nei nostri conti bancari è tecnicamente “denaro privato” creato dalle banche commerciali. L’euro digitale riempirebbe questo vuoto digitale.
Sovranità monetaria europea
Questo progetto mira a rafforzare l’autonomia finanziaria dell’Europa di fronte ai colossi americani come Visa e Mastercard, che controllano oltre il 70% dei pagamenti con carta.
L’euro digitale sarebbe gratuito per i consumatori e universalmente accettato in tutta l’eurozona, offrendo un’alternativa europea affidabile ai sistemi di pagamento stranieri.
Funzionamento pratico
Gli utenti potrebbero creare un “portafoglio digitale” tramite la propria banca o ufficio postale, con un limite massimo. Questo portafoglio può essere alimentato da un conto bancario o in contanti.
I pagamenti sarebbero possibili sia online che offline, mantenendo la riservatezza: l’Eurosistema non sarebbe in grado di collegare le informazioni sui pagamenti a persone specifiche.
Un progetto per il 2027-2028
La BCE sta portando avanti questo progetto da diversi anni e l’attuale fase di studio si concluderà nell’ottobre 2025.
Se tutto va secondo i piani, l’euro digitale non sarà introdotto prima del 2027 o 2028. Ci aspetta quindi un lungo periodo di dibattito e adattamento.
Conclusione
L’euro digitale rappresenta un’importante evoluzione del nostro sistema monetario, che adatta l’euro alle sfide del XXI secolo. Questo progetto equilibrato mira a offrire ai cittadini europei una maggiore scelta e autonomia finanziaria, preservando al contempo la fiducia nella moneta comune.
I prossimi anni saranno cruciali per perfezionare questo sistema e garantire che risponda alle esigenze di tutti gli europei.
Fonte: Actu
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.