Scopri le Dichiarazioni Shock di Meloni: UE, USA e il Regalo di Papa Francesco a Trump e Zelensky!

L’ITALIA (E GIORGIA MELONI) “CAPUT MUNDI”: TRA TRUMP E IL VATICANO, LA STABILITÀ DEL GOVERNO E LE NUOVE SFIDE

Nonostante abbia attribuito al suo governo un sei appena sufficiente per questa prima metà del mandato, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni deve riconoscere che gli ultimi eventi hanno risollevato l’importanza dell’Italia sul palcoscenico internazionale. Questo rilievo è dovuto sia alle circostanze politiche – come la forte alleanza e sintonia con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump – sia alla solidità della sua maggioranza, a differenza di altri grandi governi europei in crisi, come la Francia, o in attesa di rinnovamento, come la Germania. Un ulteriore impulso è venuto dal rumore globale causato dalla scomparsa di Papa Francesco.



Nel 2025, la Premier e il Governo italiano hanno mantenuto un’eco internazionale positiva, come dimostrato nei primi due anni e mezzo di legislatura dopo il successo delle Elezioni Politiche del 2022. Intervistata oggi dal “Corriere della Sera”, poco prima di incontrare il Presidente turco Erdogan a Palazzo Chigi, Meloni ha raccolto elogi internazionali per la gestione dei funerali di Bergoglio, nonché per le manovre diplomatiche (in collaborazione con il Vaticano) che hanno portato all’incontro storico in San Pietro tra Zelensky e Trump.



Sebbene abbia lasciato che il momento fosse dominato dagli aspetti religiosi e umani, Meloni è lieta che i funerali del Papa abbiano creato l’opportunità ideale per un cammino di pace in Ucraina: «un momento meraviglioso», ovvero quelle due sedie al centro della Basilica occupate dai leader in un dialogo costruttivo e pacifico, «è stato probabilmente l’ultimo dono di Papa Francesco», ha detto la Presidente intervistata da Paola Di Caro del “Corriere della Sera”.

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In quell’incontro, in quel dialogo politico ma anche umano, si riflette tutto l’eredità e lo spirito di pace del Santo Padre: «quello che mi hanno riferito i protagonisti», ossia i Presidenti di Stati Uniti e Ucraina, l’incontro in Vaticano è stato un autentico «momento di svolta» nel processo di pace.



MELONI NEL RUOLO DI MEDIATORE TRA USA E UE: “È NECESSARIO UN VERO ACCORDO, CONVIENE A TUTTI”

La guerra in Ucraina continua a essere una questione critica e complessa: ciò nonostante, la leader di Fratelli d’Italia riconosce che sia Zelensky che Trump – per cui oggi Meloni riveste un ruolo cruciale di mediatore in Europa – hanno mostrato «la volontà di raggiungere e mantenere la pace», mentre ora è necessario che anche Putin dimostri lo stesso impegno dalla Russia. La proposta italiana rimane quella avanzata durante il G7, ovvero una possibile soluzione basata sull’articolo 5 della NATO per Kiev, pur mantenendola fuori dall’Alleanza Atlantica per evitare di provocare ulteriormente Mosca.

In risposta a chi ha criticato che durante e dopo i funerali il governo non abbia organizzato un evento di mediazione tra UE e Stati Uniti sul tema dei dazi, Giorgia Meloni ribadisce le posizioni già espresse durante la missione alla Casa Bianca poco prima di Pasqua. Se il rapporto con Trump è fluido e diretto, la Premier ammette che la relazione con l’Europa è più complessa, evidenziando: «l’immagine che prevale è quella di un’Unione Europea come complesso di burocrazie consolidate».

L’Italia farà la propria parte per tentare di “sciogliere” questo blocco, facilitando una vera crescita politica e sociale del Vecchio Continente, oltre a ripristinare un dialogo diretto con gli USA: è un ruolo di mediazione sostanziale quello che attende e spetta all’Italia, chiamata a colmare il divario tra le due sponde dell’Atlantico, a beneficio di tutti, non solo dell’Europa.

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Un punto d’incontro è possibile e ci vorrà tempo per organizzare l’evento a Roma promesso da Trump a Meloni: si avvicina, secondo la Presidente del Consiglio, la reale possibilità di un incontro politico, forse prima dell’estate, in vista della scadenza dei 90 giorni dei dazi “congelati” verso l’UE. Che sia a Roma o a Bruxelles, il merito italiano di avvicinare e mediare tra Trump e Von der Leyen rimane immutato: seguire la linea di Schlein, critica Meloni, che propone di non mantenere più l’alleanza con Trump, è «sciocco e infantile, per noi l’interesse nazionale viene prima dell’appartenenza ideologica».

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