ZELENSKY TENTA DI NUOVO: “PRONTI A SIGLARE L’INTESA SULLE TERRE RARE”
Ritornando brevemente alla serata del 28 febbraio, dopo un’accesa discussione trasmessa in diretta globale dallo Studio Ovale della Casa Bianca, sarebbe stato difficile credere che solo tre giorni dopo, Zelensky avrebbe dichiarato la sua prontezza a siglare un accordo sulle terre rare con gli USA. Tuttavia, la geopolitica degli anni ’20 è caratterizzata da conflitti, minacce e rivolgimenti sorprendenti. Un esempio di questo cambiamento repentino è venuto da Londra, dove il presidente ucraino ha fatto l’annuncio al termine di un summit sulla sicurezza guidato dal primo ministro britannico Starmer, con la partecipazione di numerosi leader occidentali.
Zelensky, senza entrare nei dettagli del tumulto avvenuto alla Casa Bianca, ha affermato la sua disponibilità a firmare l’accordo per lo sfruttamento delle terre rare e dei minerali in Ucraina, proponendo di farlo direttamente con il Presidente Trump. Questa mossa segue una crisi diplomatica che ha coinvolto USA, Ucraina, Regno Unito e UE, e che ha probabilmente soddisfatto la Russia nel vedere i suoi avversari in disaccordo. La firma di tale accordo, se realizzata, potrebbe segnare un passo avanti oltre i conflitti, aprendo la strada a nuovi negoziati di pace.
Il tentativo di Zelensky di accelerare l’accordo economico sulle terre rare è stata ostacolata dalle recenti dichiarazioni del Segretario del Tesoro USA, Scott Bessent. In un’intervista notturna con CBS, Bessent si è detto sorpreso dalle dichiarazioni di Zelensky, dato che il primo accordo proposto non era stato accettato da Kiev. L’offerta dell’amministrazione Trump collegava l’accordo sulle terre rare a un impegno dell’Ucraina nel piano di negoziazione con la Russia per terminare la guerra. Bessent ha espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere un’intesa economica senza prima ottenere un accordo di pace, accusando Zelensky di aver fatto deragliare il processo.
ZELENSKY, TRUMP E IL PANORAMA CAOTICO (NON SOLO PER LE TERRE RARE)
Nonostante le controversie, Zelensky ha confermato il suo interesse a finalizzare l’accordo sulle terre rare con gli USA, richiedendo tuttavia garanzie di sicurezza per tutto il territorio ucraino e una pace equa e duratura. La conferma è arrivata durante il vertice di Londra, dove Francia e Regno Unito hanno espresso sostegno a un piano di pace “alternativo” da discutere con Trump, permettendo a Kiev di mantenere l’attenzione sull’accordo economico, in attesa di sviluppi sui negoziati di pace.
La reazione della Casa Bianca suggerisce che la negoziazione è tutt’altro che semplice, specialmente dopo le critiche espresse da Zelensky, che ha messo in discussione l’alleato principale dell’Ucraina nella sua guerra contro la Russia. Nonostante non abbia accettato la proposta di tregua di un mese avanzata da Macron e Starmer, Zelensky ha riconosciuto l’importanza strategica degli USA nel conflitto a est dell’Europa, suggerendo che il rapporto con Trump possa ancora essere recuperato e sottolineando la necessità di dialogo con Putin.
Questo cambiamento di rotta a Londra può essere visto come influenzato dai consigli di vari leader internazionali, inclusi Meloni, Starmer e il Segretario della NATO Rutte. La situazione rimane caotica e la strada per la fine del conflitto è ancora lunga, mentre la questione delle terre rare continua a intrecciarsi con il delicato tema degli aiuti USA all’Ucraina, che potrebbero essere sospesi o addirittura completamente annullati nelle prossime settimane come discusso oggi tra Trump, il Segretario di Stato Rubio e il ministro della Difesa Hegseth, secondo il New York Times.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.