Il Vaticano ha ripreso a svolgere un ruolo attivo nelle trattative di pace in Ucraina. Paul Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha recentemente avuto una conversazione telefonica con il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov. L’obiettivo della Santa Sede è quello di riequilibrare le negoziazioni, finora troppo concentrate sugli interessi USA-Russia, verso una vera ricerca della pace in Ucraina. Tuttavia, come sottolinea Stefano Caprio, ex sacerdote cattolico di rito bizantino in Russia e esperto di questioni russe, Trump e Putin hanno altri piani, inclusa la rimozione di Zelensky per instaurare un governo più favorevole, segnando il possibile ritorno degli oligarchi.
Gallagher e Lavrov hanno discusso anche su iniziative per interrompere le ostilità. Il Vaticano sta quindi tentando di ritornare a influenzare le trattative di pace in Ucraina?
Nonostante le limitate possibilità di intervento diretto, il Vaticano cerca di far sentire la propria voce. Mentre l’Europa parla di riarmo e gli USA di affari, sembra che nessuno sia realmente interessato a discutere di pace. Si tratta di un tentativo di riaffermare l’urgenza di trovare una soluzione al conflitto. La Casa Bianca ha già annunciato l’impossibilità di raggiungere un cessate il fuoco per Pasqua, nonostante le promesse di Trump.
Perché non si raggiunge un accordo?
I russi impiegano una tattica tipicamente sovietica di prolungare le negoziazioni il più possibile, mantenendo aperte tutte le opzioni e continuando ad attaccare. In un recente bombardamento, sono stati uccisi oltre 80 tra ufficiali ucraini e addestratori occidentali, lasciando l’Ucraina priva del sostegno militare americano e altamente vulnerabile.
Di cosa si discute allora nelle trattative?
Il capo della delegazione russa, Kirill Dmitriev, è stato recentemente negli USA per incontrare Steve Witkoff. Hanno parlato di collaborazione nell’Artico, di terre rare e di altri settori in cui USA e Russia desiderano costruire relazioni positive. Non si è discusso dell’Ucraina, bensì di ridurre le sanzioni contro Mosca e di ripristinare i voli diretti tra i due paesi: in questo contesto, l’Ucraina sembra essere un fattore secondario.
Quali sono i principali ostacoli alle trattative?
Trump ha espresso frustrazione verso Putin, anche perché il leader del Cremlino rifiuta di incontrare Zelensky, non riconoscendolo come un presidente legittimo. Allo stesso modo, Trump ha spinto Zelensky a indire elezioni, dimostrando una simile mancanza di legittimazione. Di conseguenza, il presidente ucraino si trova in una posizione estremamente difficile.
Zelensky rifiuta di firmare l’accordo sulle risorse minerarie e continua a chiedere garanzie per evitare ulteriori attacchi all’Ucraina; Putin afferma anche di voler garantire la sicurezza della Russia. Siamo quindi in un momento di stallo?
L’unico interesse di Trump è economico: l’Ucraina gli è utile solo se ratifica l’accordo sulle materie prime. L’obiettivo di Putin è invece quello di riallacciare i rapporti con l’America, non solo per una amministrazione favorevole a Washington, ma anche perché le ideologie di Trump e Putin sono simili. Si spera di raggiungere un accordo globale che includa anche il Medio Oriente e l’Iran, dove l’Ucraina è solo un aspetto marginale.
I russi devono avere dei piani riguardanti l’Ucraina: qual è la strategia?
L’obiettivo di Putin è chiaro: vuole che Zelensky e il suo governo, da lui considerati nazisti, vengano rimossi, sperando di poter installare un governo filorusso. In Ucraina, alternarsi tra governi filo-russi e filo-occidentali è stata la norma negli ultimi 30 anni. Ora che l’Ucraina è meno supportata dall’Occidente, è diventata più vulnerabile e i russi stanno colpendo duramente. Se Kiev non resiste dal punto di vista militare, non solo potrebbero esserci nuove elezioni con un esecutivo filorusso, ma anche un colpo di Stato contro Zelensky.
Qual è quindi il futuro scenario per l’Ucraina?
Si cercherà di influenzare le elezioni, potenzialmente condizionate dagli oligarchi ucraini, molti dei quali sono filorussi e alcuni dei quali sono all’estero ma ancora coinvolti nelle questioni ucraine. Potrebbe ricomparire Poroshenko, il presidente supernazionalista precedente a Zelensky, che aveva ereditato la linea difensiva contro la Russia. Poroshenko, nonostante sia teoricamente antirusso, è un oligarca e potrebbe facilmente trovare un accordo con Mosca, alla maniera di Trump. Essendo un uomo d’affari, potrebbe essere accettabile anche per gli USA.
Cosa può fare Zelensky di fronte a questo scenario?
Zelensky comprende di avere poche possibilità, ma continua a resistere. Era stato lui a promulgare una legge anti-oligarchi nel 2021, che impedisce a chi ha un patrimonio superiore agli 80 milioni di dollari di ricoprire incarichi pubblici, una misura accettata dagli oligarchi durante il periodo di anticorruzione. Tuttavia, con l’inizio della guerra, gli oligarchi sono tornati in auge. Sia Putin che Trump hanno interesse a un cambio di regime in Ucraina che sia favorevole a entrambi.
USA e Ucraina firmeranno l’accordo sulle terre rare?
L’Ucraina non è l’unico Paese a possedere terre rare; anche Russia, Uzbekistan e Tagikistan ne sono ricchi. Se gli ucraini non firmeranno l’accordo, gli americani potrebbero decidere di rimuovere Zelensky. Aspetteranno il prossimo presidente per firmare l’accordo con lui, accelerando le elezioni per raggiungere questo obiettivo. Oppure potrebbero creare un’instabilità tale da indebolire ulteriormente Zelensky.
Il Segretario di Stato USA, Rubio, ha dichiarato che gli americani non vogliono trattative infinite, ma una soluzione rapida. Se non ci riuscissero, gli Stati Uniti potrebbero ricominciare a fornire armi all’Ucraina?
Se Putin si irrigidirà troppo, non è da escludere, ma non sembra probabile. È più probabile che cerchino di rimuovere Zelensky; questo sembra essere l’obiettivo. Per questo l’intervento di Gallagher sembra essere un richiamo a concentrarsi sui problemi reali: smettere di uccidere persone e cessare il fuoco. Ma sembra che sia l’unico a considerare questa prospettiva.
Come giudicano la trattativa l’opinione pubblica in Ucraina e in Russia?
Zelensky è stato umiliato da Trump nella famosa sceneggiata alla Casa Bianca e nel resto delle trattative, il che ha aumentato il suo consenso in Ucraina, raggiungendo il 60%. In Russia, l’opinione pubblica è soddisfatta perché gli americani non sono più considerati nemici: ciò permetterà di viaggiare nuovamente negli USA e nel resto del mondo. Hanno accolto favorevolmente la riapertura di Starbucks e sperano che succeda lo stesso con McDonald’s.
Anche la Russia, come gli USA, sogna una nuova età dell’oro?
Recentemente, una compagnia ferroviaria privata ha annunciato l’introduzione di un treno di lusso da Mosca a San Pietroburgo, con un costo di 3.000 dollari a viaggio. I passeggeri potranno godere di suite equipaggiate con tutti i comfort di un hotel a 5 stelle per i 700 km di percorso. Il sindaco di Mosca sta inoltre rinnovando tutti i parchi della città, collegandoli tra loro e costruendo centri commerciali, immaginando una città artificiale, una sorta di “paradiso” artificiale. Questa visione non è molto distante dalle idee di Trump.
Se a Pasqua, contrariamente alle intenzioni di Trump, non ci sarà nessuna tregua, quando potranno cessare le ostilità?
Il 9 maggio ci sarà la parata sulla Piazza Rossa in Russia. Putin potrebbe voler proclamare la vittoria in Ucraina per quella occasione. Un armistizio sarà possibile solo se potrà essere presentato come una vittoria personale di Putin. Il sogno è quello di avere a Mosca Trump e Xi Jinping, proclamando il loro impero mondiale.
(Paolo Rossetti)
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.