L’inflazione, un Mistero Quotidiano
L’inflazione sembra essere diventata una sorta di balletto macabro, creato appositamente per influenzare gli indici di borsa, e nient’altro. Quando i mercati azionari mostrano segni di cedimento, spesso si apre la porta a supposizioni di possibili tagli dei tassi di interesse, basandosi su dati che indicano un rapido disinflarsi dei prezzi. Al contrario, quando è necessario mettere un freno agli eccessi dei mercati, si assiste a una riduzione del CPI inferiore alle attese o, talvolta, addirittura a un suo aumento. È interessante notare come, forse non casualmente, i numeri, che possono essere manipolati tra dati core e destagionalizzati, tendano sempre a coincidere con gli interessi dei mercati azionari. Forse, questo dovrebbe far riflettere.
Qual è il problema principale? Sempre lo stesso: la mancanza di consapevolezza del mondo manipolativo in cui ci troviamo. Osservate questo grafico che mostra come il tasso di morosità sulle carte di credito negli USA abbia raggiunto un livello record, perfettamente in linea con un contesto recessivo già in atto, non solo ipotetico. Questa è la stessa America dove il 57% delle azioni è detenuto da investitori retail. Quanti di loro si indebitano per investire a Wall Street, sedotti dai media e consigliati da analisti? Non è forse assurdo che, nello stesso contesto, il numero di persone che non riesce a pagare il minimo sulle proprie carte di credito sia a livelli record, esponendosi a sanzioni e potenzialmente al blocco delle proprie carte?
Ora, considerate questo altro grafico che traccia il prezzo di una confezione da 12 lattine di lenticchie nei principali supermercati degli Stati Uniti, spesso considerate “la carne dei poveri”. Un articolo di Bloomberg datato 19 marzo 2022, offriva consigli su come sopravvivere all’inflazione per chi guadagna meno di 300.000 dollari l’anno, suggerendo di prendere l’autobus, evitare acquisti all’ingrosso, sostituire la carne con le lenticchie e accettare che non sarà divertente. Seguendo queste indicazioni, il prezzo medio di quelle confezioni di lenticchie è aumentato significativamente. Questa è l’inflazione reale, quella che colpisce duramente anche i beni di sopravvivenza.
E il fatto che tale tendenza sia stata innescata dalla pubblicazione di un articolo così superficiale dimostra quanto siano speculativi e complici i meccanismi del sistema. Marketing, pubblicità, comunicazione e finanza sembrano tutti far parte dello stesso club esclusivo, evitando di apparire troppo spesso insieme in pubblico.
Guardate chi siede nei consigli di amministrazione, chi detiene pacchetti di maggioranza nei conglomerati industriali, chi muove i fili delle fusioni e delle acquisizioni nei settori chiave della nostra economia globalizzata e incentrata sui social media. Troverete sempre gli stessi trenta nomi, ma alla fine, rimarranno solo due o tre. Sempre gli stessi. Pensate davvero che le banche centrali abbiano effettivamente fatto qualcosa per combattere l’inflazione? O che chi evoca la spirale prezzi/salari lo faccia per preservare il potere d’acquisto della maggior parte della popolazione, in attesa di un nuovo evento che scateni misure straordinarie per le banche e le briciole per tutti gli altri? Il vero problema risiede in quel 57% di cittadini USA che detiene azioni, spesso indebitandosi per acquistarle, credendo di poter pranzare gratis per una volta. Ma quando arrivano i terremoti di mercato, rischiano tutto, inclusa la casa. Perché chi vende azioni è lo stesso che offre prestiti, emette carte di credito, e finanzia auto e case. È tutto lo stesso circolo ristretto, e questa sorta di gioco d’azzardo dovrebbe essere evitato come la peste. Lasciate che giocano loro con le carte truccate. Vediamo quanto tempo riescono a mantenere il sistema in piedi, una volta che il grosso del gregge si sarà ritirato. Altrimenti, non lamentiamoci della “sindrome della lenticchia”. Ce la siamo cercata. E ce la meritiamo, ogni giorno, perché siamo inconsapevoli ma ingiustificabilmente complici di un sistema manipolato.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.