La Russia aumenta il budget per il 2025: si intensifica l’economia di guerra
Il governo russo ha presentato alla Duma di Stato il progetto di legge sul bilancio per il 2025, che prevede un significativo aumento della spesa federale. Con 41.500 miliardi di rubli (circa 400 miliardi di euro), questo bilancio rappresenta un aumento di quasi il 12% rispetto all’anno precedente. Questo aumento sostanziale riflette le priorità del Cremlino: sostenere lo sforzo bellico in Ucraina, garantire la sicurezza nazionale e mantenere la stabilità sociale.
Spese militari: il grande mistero del bilancio russo
È degno di nota il fatto che il governo russo rimanga discreto sui dettagli della spesa militare, accontentandosi di parlare di “fondi significativi” destinati all’equipaggiamento delle forze armate e al sostegno del complesso militare-industriale. Questa opacità contrasta con la trasparenza dimostrata per altre voci di bilancio, suggerendo il desiderio di nascondere la reale portata dello sforzo bellico. Nel 2024, il bilancio militare era già aumentato di uno spettacolare 70%, rappresentando l’8,7% del PIL russo.
Un’economia riconcentrata sullo sforzo bellico
Dal 2022, l’economia russa ha subito una profonda trasformazione per sostenere l’offensiva in Ucraina. Il complesso militare-industriale si è espanso notevolmente, assumendo centinaia di migliaia di nuovi dipendenti. Questo riorientamento sta continuando, come dimostra il recente decreto di Vladimir Putin che aumenta il numero di militari del 15%, portandolo a 1,5 milioni. Per finanziare questo aumento di spesa, il governo prevede di aumentare le tasse sui redditi alti e sulle imprese a partire dal prossimo gennaio.
Sorprendente crescita economica nonostante le sanzioni
Contro ogni aspettativa, l’economia russa sta registrando una crescita robusta. Secondo l’agenzia Rosstat, nel secondo trimestre il PIL è aumentato del 4% su base annua. Sebbene in leggero calo rispetto al primo trimestre (+5,4%), questi dati testimoniano la resistenza dell’economia di fronte alle sanzioni occidentali. Il governo russo prevede una crescita del 3,9% per il 2024, con una leggera decelerazione nel 2025 e nel 2026.
Lo spettro dell’inflazione e le sfide future
Nonostante questa apparente crescita, l’economia russa sta affrontando sfide importanti. Ad agosto l’inflazione ha raggiunto il 9,05% su base annua, ben al di sopra dell’obiettivo ufficiale del 4%. Per contrastare questa tendenza, la Banca centrale russa ha dovuto aumentare il tasso di interesse di riferimento al 19%, un livello eccezionalmente alto. Esperti come Maxim Bouev della New School of Economics di Mosca mettono in guardia da un “circolo vizioso di inflazione e keynesianismo militare”, in cui le misure di stimolo, principalmente orientate allo sforzo bellico, alimentano un aumento generale dei prezzi.
L’economia russa si trova in una fase critica. Mentre il governo aumenta le spese militari per sostenere l’offensiva in Ucraina, il Paese deve affrontare complesse sfide economiche. L’attuale crescita, seppur robusta, potrebbe essere minacciata dall’impennata dell’inflazione e dagli effetti a lungo termine delle sanzioni internazionali. Il futuro economico della Russia dipenderà in larga misura dalla sua capacità di bilanciare le ambizioni militari con la necessità di mantenere la stabilità economica interna.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.