Un aumento storico del bilancio militare italiano
Per la prima volta nella sua storia, l’Italia ha superato la soglia dei 30 miliardi di euro di spesa militare. Secondo un’analisi dell’Osservatorio Milex, il bilancio del 2025 raggiungerà precisamente i 31.295 milioni di euro, segnando un significativo aumento del 7,31% rispetto al 2024. Questo aumento si inserisce in un trend di crescita costante, particolarmente accentuato negli ultimi anni.
Una crescita spettacolare in un decennio
L’aumento è particolarmente sorprendente in una prospettiva decennale. Rispetto al 2016, la spesa militare italiana è aumentata del 60%, un incremento che si spiega in parte con l’inflazione. In particolare, la crescita ha subito un’accelerazione nell’ultimo quinquennio, con un picco tra il 2024 e il 2025, che riflette le nuove priorità strategiche del Paese Ripartizione dettagliata del bilancio della Difesa Il bilancio è suddiviso principalmente tra i vari rami delle forze armate: 5,95 miliardi di euro per l’Esercito, 2,3 miliardi per la Marina e 2,87 miliardi per l’Aeronautica. Per l’ammodernamento degli armamenti e delle infrastrutture militari è previsto un investimento importante di 9,7 miliardi di euro, a dimostrazione della chiara volontà di rafforzare le capacità operative.
Verso gli obiettivi della NATO
Questi aumenti sono in linea con gli impegni della NATO. Secondo i calcoli attuali, la spesa militare rappresenterà l’1,46% del PIL italiano, compresi i costi indiretti. Se la tendenza continua, questo tasso potrebbe raggiungere l’1,58% nel 2025, avvicinandosi gradualmente all’obiettivo del 2% fissato dall’Alleanza Atlantica.
Conclusione
Questo storico aumento del bilancio militare italiano riflette una tendenza mondiale all’aumento delle spese per la difesa in un contesto geopolitico teso. Tuttavia, solleva interrogativi sull’equilibrio tra investimenti militari e altre priorità nazionali, come la salute.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.