La discutibile disavventura
Una passeggera britannica, Ruby Flanagan, si è trovata al centro di polemiche dopo essere stata costretta a pagare 60 euro per la sua fiaschetta di metallo su un volo Ryanair. L’incidente, avvenuto il 1° febbraio su un volo Dublino-Londra, ha suscitato scalpore perché la somma richiesta superava il prezzo del biglietto di ritorno, che era di soli 43 euro. Questa situazione solleva interrogativi sulla politica dei bagagli della compagnia aerea low-cost.
Regole sui bagagli al microscopio
Il problema è sorto quando il personale di Ryanair ha chiesto a Ruby di inserire la sua bottiglia da 750 ml nella borsa da cabina, acquistata appositamente per rispettare le dimensioni regolamentari. Una volta inserita la bottiglia, la borsa non si è chiusa correttamente, superando le dimensioni autorizzate.
Questa situazione è stata immediatamente considerata dalla compagnia aerea come “bagaglio extra”.
Due pesi e due misure e incomprensioni
L’apparente incoerenza nell’applicazione delle regole ha particolarmente frustrato la passeggera. Mentre la sua bottiglia d’acqua rappresentava un problema, altri passeggeri trasportavano senza problemi computer portatili, borse di fast food e cuscini da viaggio.
La cosa ancora più inquietante è che non ci sono state obiezioni alla stessa zucca sul volo di andata, rivelando una possibile mancanza di uniformità nell’applicazione delle regole.
L’adesivo giallo della “vergogna
Ruby non era l’unico passeggero colpito quel giorno. Almeno altri quattro passeggeri hanno ricevuto il “bollino giallo della vergogna”, che indica la loro presunta inosservanza delle norme sui bagagli.
Si dice che questa pratica abbia generato circa 240 euro per la compagnia aerea solo su questo volo, sollevando domande sulla reale motivazione dietro questi rigidi controlli.
Una risposta chiara da parte di ryanair
Di fronte alle lamentele di Ruby Flanagan, la compagnia aerea è rimasta irremovibile. Ryanair ha mantenuto la sua posizione, sostenendo che qualsiasi bottiglia d’acqua o fiaschetta deve essere inclusa nella franchigia bagaglio standard e che i costi aggiuntivi erano giustificati.
Questa risposta concisa illustra la rigida politica della compagnia aerea in materia di bagagli.
Conclusione
Questo caso evidenzia le sfide che i viaggiatori devono affrontare quando si trovano di fronte alle politiche sui bagagli delle compagnie aeree low-cost. Inoltre, solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’equità delle regole applicate.
Per i passeggeri, la lezione è chiara: un’accurata attenzione ai regolamenti delle compagnie aeree è ora essenziale per evitare costi aggiuntivi inaspettati, anche per oggetti ordinari come una bottiglia d’acqua.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.