Mentre attendiamo di scoprire dettagli più approfonditi sulla roadmap per l’Unione di Risparmio e Investimento, un progetto cruciale della Commissione Europea che mira a convertire i risparmi privati in investimenti pubblici, esploriamo alcune dinamiche sottostanti meno evidenti.
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Il comportamento di Trump, che ha adottato una strategia di “fear rotation”, sta diventando pienamente operativo. Osservando i rendimenti dei Treasuries USA confrontati con quelli europei, si nota un flusso di capitali che si sposta dall’azionario americano verso quello obbligazionario europeo, facendo emergere un sorriso sul volto del segretario del Tesoro degli USA, simile a quello di un giorno di nozze. Questa migrazione di capitali segue una direzione opposta rispetto all’oro e all’argento, che continuano ad affluire al Comex.
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Questo scenario rappresenta più di un semplice trend simbolico. La paura di una guerra commerciale e le aspettative di un massiccio stimolo economico da parte del Bundestag e della Commissione Europea stanno attrando gli investimenti verso i mercati azionari europei. Da Wall Street, gli investitori si stanno spostando rapidamente verso le borse europee.
Guardando un altro grafico, si osserva che il ritmo di vendita da parte dei corporate insiders americani ha raggiunto livelli non visti da vent’anni, segnando un record assoluto. Questo potrebbe indicare una tardiva adozione della strategia di Warren Buffett, secondo cui “il contante è re”.
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Nonostante non si vendano al massimo delle valutazioni di inizio anno, l’Europa sembra non essersi ancora resa conto del movimento di marea che si sta creando attorno alle sue frontiere finanziarie. Nessuno sta chiedendo di erigere barriere per bloccare questi capitali, ma quando gli investimenti sono mossi solo dalle aspettative di una sorta di QE camuffato da emergenza bellica, si dovrebbero sollevare alcuni interrogativi.
Il 14 marzo, una banca ha utilizzato la facilità di prestito overnight della BCE per ottenere 141 milioni di euro. Sebbene questa cifra sia minima rispetto ai volumi giornalieri dell’interbancario, questo evento potrebbe essere un segnale del tumulto che l’eurozona sta vivendo. Perché questa banca non ha cercato di ottenere i 141 milioni sul mercato libero invece di ricorrere a una facilità della BCE?
Il Monthly Treasury Statement degli USA mostra un deficit di 1,147 trilioni nei primi cinque mesi dell’anno fiscale, un aumento del 38,5% rispetto all’anno precedente. Questo potrebbe spiegare perché l’oro sta raggiungendo nuovi record, e perché l’amministrazione Trump, nonostante le riserve strategiche in criptovalute, sta assistendo a un flusso unidirezionale di oro e lingotti da Londra a New York.
Le teorie sulla sterilizzazione del debito e le banche centrali “che non possono fallire” possono essere vendute come si vuole, ma quando il deficit di bilancio supera tutte le entrate fiscali, ci si deve interrogare non sul “se” ma sul “quando” si verificherà il collasso. E gli USA non esiteranno a far pagare una parte sostanziale del debito agli europei, che potrebbero cadere nella trappola di una solidarietà mal interpretata.
Collegando tutti i punti di questo articolo, emerge chiaramente l’enorme complessità del mosaico geopolitico, economico e finanziario che l’Europa sta sottovalutando.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.